ricadono su di noi, per cui dobbiamo per
forza di cose mettere dei limiti e delle linee
invalicabili per i traduttori, per i revisori
e a noi stesse per ciò che riguarda autori e
agenti.
In che modo avete deciso, tu e France-
sca Giraudo, di dare il via alla Quixote?
Abbiamo iniziato con la traduzione di ro-
manzi MM, ma volevamo anche gli MF.
Solo che i grandi nomi, anche self, non sono
disposti a investire nella traduzione, vo-
gliono la casa editrice, e noi, io e France-
sca, volevamo portare anche in Italia libri
bellissimi, che meritano veramente, ro-
manzi come El Diablo, o A carte scoperte di
Marni Mann, o ancora i libri di Natasha
Madison, per cui abbiamo ragionato sul da
farsi e abbiamo deciso di aprire la Quixote
Edizioni.
Mi hai incuriosito: chi e come valutate i
testi da scegliere? Chi lo fa? Insieme, o
ciascuna in autonomia?
Di solito quando arriva una richiesta di
valutazione io mi occupo del primo esame,
cioè vado a controllare chi sia l’autore,
leggo le indicazioni dei maggiori blog ame-
ricani, le valutazioni e i commenti su Goo-
dreads, cerco così di capire non solo se un
libro sia valido, ma se sia adatto al pub-
blico italiano, perché tanti libri sono bel-
lissimi ma qui non andrebbero mai.
Quando invece siamo noi a proporci
all’autore, è Francesca che legge e poi in-
sieme decidiamo. Insomma lei legge, io va-
luto gli elementi tecnici del testo.
UPmagazine | 8
Qual è la frase che vi dite più spesso?
Credo che sia “Hai fatto questo?”, “Sì”;
“Hai fatto quell’altro?”, “No”.
È un continuo remindig: ci ricordiamo le
cose vicendevolmente, per non dimenti-
care nulla. Il perché è presto detto, l’anno
scorso c’è stato – diciamo in due mesi – un
incremento del lavoro mostruoso: in se-
guito all’annuncio del RARE (RARE Rome
2018, n.d.r.) sono piovute moltissime ri-
chieste, e non riuscivamo a gestire tutto. Il
passaparola, in America, è stata una cosa
incredibile che ha portato un aumento
esponenziale del lavoro. Impossibile fare
tutto da sole, avevamo bisogno di una terza
persona che ci affiancasse dal punto di vi-
sta organizzativo e manageriale, così ab-
biamo deciso di affidare parte dei compiti
a quella che oggi è la nostra socia, Franca
Pilone, che si occupa sia della grafica che
del nostro store e delle vendite. Lei è a tutti
gli effetti la sales manager della Quixote.
Abbiamo inoltre deciso di avvalerci di
un’addetta esterna per l’ufficio stampa,
una ragazza stipendiata che si occupa di
intrattenere i rapporti con i blog, blog-
tour, copie-staffetta, insomma è lei che or-
ganizza e gestisce la promozione.
I mulini a vento, chi o cosa sono per
voi? Contro cosa combattete? Quali
sono gli ostacoli e i traguardi.
Credo che il mulino a vento più grande sia
la pirateria, che non ha modo di essere
combattuta. Una battaglia vera, che invece
dobbiamo portare avanti tutti i giorni è
quello contro l’ostracismo di chi pensa che
Quixote voglia essere fotocopia di qualcosa
o qualcuno. I fatti dicono il contrario.
Ostacoli grandi non ce ne sono, se non
quelli interni, dovuti a ritardi o impreci-
sioni nel lavoro (capita, purtroppo). Non
abbiamo un traguardo. Avere un tra-
guardo presuppone una meta d’arrivo.
Non c’è. È un cammino continuo.
Il vostro dollaro di Paperone: qual è
stato il primo libro pubblicato da
Quixote?