Johnny Depp si fosse ispirato a queste
poche righe per creare la camminata
sghemba e affettata del pirata Jack Spar-
row, con la redingote aperta che svo-
lazza, mentre tiene in mano una bussola
magica al posto del bastone riccamente
decorato di Avon.
Tutt’altro personaggio, tutt’altro ge-
nere, tutt’altro lignaggio, lo so, ma
stessa volontà caricaturale, come ma-
schera per celare una personalità ben
più grande.
Idea mia, ovviamente.
Georgette Heyer non ha bisogno di spie-
garci chi sia costui, perché basta la de-
scrizione: sappiamo che è un duca o
qualcosa di più perché indossa i tacchi
rossi, simbolo di potere di vita o di
morte su sudditi e sottoposti. Emblema
della più alta nobiltà. E la Heyer è mae-
stra, anzi regina dell’attinenza storica
che racchiude sapientemente nei detta-
gli, così come fa il suo personaggio più
magistrale, Justin, il duca di Avon. Sa-
tana, per gli amici e per tutti gli altri. È
attento a ogni trina, ogni piega perché
ogni abito sfarzoso, ornato di pietre pre-
ziose è un’arma e un messaggio, proprio
come il Jolly Roger, la bandiera che ve-
niva issata quando i pirati lanciavano gli
attacchi: Avon è l’archetipo del protago-
nista satanico del romance, il villain re-
dento la cui reputazione di libertino de-
pravato non può essere intaccata da
null’altro che non sia l’Amore.
Ma torniamo ai tacchi rossi, simbolo di
aristocrazia e potere.
Fu il Re Sole, Luigi XIV, che per primo
indossò scarpe con il tacco rosso. La
lacca rossa era costosissima, solo le per-
sone più abbienti potevano farne sfog-
gio. Il Re Sole era elegante ma non alto,
e i tacchi furono l’escamotage perfetto
per erigersi sui suoi sudditi e lanciare
una moda. Tutti la corte, su ordine del
re, iniziò a portare i tacchi vermigli, ma
mai eguali per altezza e sfarzo a quelli di
Sua maestà.
La moda del re varcò la Manica e se in
Francia il tacco rosso veniva calzato an-
che dalle signore, in Inghilterra era pre-
rogativa maschile, e divenne simbolo di
potere e autorità.
La moda del tacco, rosso e non, al piede
dei signori uomini passò con la Rivolu-
zione. Si dice che la Reine Marie Antoi-
nette, che di scarpe ne aveva circa cin-
quecento, si recò al patibolo con i tacchi
alti. Non è dato sapere se fossero stati
rossi o meno.
La Rivoluzione livella: gli uomini sono
tutti alla stessa altezza!
Quindi via tacchi e orpelli, via ermellini,
broccati e posticci, e, insieme alle par-
rucche, fecero volare anche le teste (un
modo assai drastico per troncare con
una moda), a proposito di decolleté…
Le donne, però non hanno mai smesso
di indossarli, perché, diciamolo, il tacco
rende la gamba elegante, come soste-
neva anche il Re Sole. Il rosso, poi, nelle
scarpe oltre che prestigioso è pure sexy.
UPmagazine | 13