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Alla luce di tutto ciò, lo scenario che riteniamo più probabile è
il seguente.
Nella mattinata del 19 novembre 1954 alcune persone da
Taormina e dagli altri centri che sorgono lungo l'ampio golfo da
essa sovrastato scorgono più o meno contemporaneamente
due innocui palloni sonda in cielo e, come spesso accade
tutt'oggi, li scambiano per due dei tanti "dischi volanti" di cui in
quei giorni si faceva un gran parlare. La notizia si sparge
rapidamente anche perché gli oggetti, a causa della loro bassa
quota, dovevano essere ben visibili. A Giardini, si trova
Giuseppe Grasso, un fotografo rinomato il cui studio è proprio
nel corso principale del paese. Forse qualcuno lo va a chiamare
oppure egli stesso è fra i primi testimoni dell'apparizione; fatto
sta che, munito della propria attrezzatura di lavoro, Grasso si
reca nella piazzetta soprastante il lungomare di Giardini e
scatta alcune fotografie inquadrando le persone affacciate che
scrutano le evoluzioni dei due palloni sonda. Poi per rendere
il tutto più interessante effettua un bel fotomontaggio inserendo
due bei "dischi volanti". Oppure Il fotografo realizzò le foto molto
tempo prima del caso in questione, aggiungendo
successivamente poi i “dischi”.
Compiuta questa operazione nel proprio studio, nel pomeriggio
si reca al Giornale dell'Isola, dove lavora il Caruso con il quale
ha da tempo instaurato un rapporto privilegiato, e, come ha già
fatto altre volte in passato, gli offre le fotografie che, come
sappiamo, saranno pubblicate l'indomani insieme al reportage
del giornalista. Probabilmente la scelta di cambiare la località
dove era stata scattata la foto (Taormina anziché Giardini
Naxos), fu condizionata dal richiamo internazionale che aveva
appunto Taormina rispetto ad altre località meno note. Un
piccolo scoop che almeno per un giorno farà primeggiare le
vendite del piccolo quotidiano catanese su quelle dei diretti
concorrenti che ignoreranno l'episodio, mentre con un giorno
di ritardo la notizia sarà ripresa dal Giornale di Sicilia di Palermo
e da altri quotidiani italiani.
L'indagine pareva fermarsi qui. Restava solamente l'idea di
recarsi a Giardini Naxos per cercare gli eventuali eredi del
Grasso. A causa di impegni vari e altri fattori che si incontrano
nel corso della vita di ognuno di noi, questo tentativo è stato
fatto soltanto diversi anni dopo. Purtroppo la ricerca non ha
portato a nulla poiché abbiamo saputo che lo studio del Grasso
non esisteva più ormai da molti anni.
A questo punto sembrava che tutto fosse finito lì, e così anche
il sogno di poter un giorno reperire la foto originale quando, ai
primi di luglio del 2008, il quotidiano "La Sicilia", edizione di
Messina, pubblicava un articolo riguardante la foto dei dischi
di Taormina. In pratica un ex impiegato della sopraintendezza
del comune di Giardini Naxos, che colleziona tutto quello che
riguarda il suo paese, aveva acquistato una diapositiva ritraente
proprio la foto in questione che faceva parte della collezione
dello studioso Bob Beck, il quale era riuscito ad acquisire negli
anni sessanta centinaia di foto di ufo.
Sia il giornalista che l'ex impiegato non sapevano
evidentemente la storia che c'era dietro la foto. Con la speranza
che fosse la volta buona tramite il giornalista autore dell'articolo,
abbiamo incontrato l'ex impiegato per spiegargli tutta la storia
e vedere la diapositiva. Purtroppo, come si temeva, la
diapositiva in suo possesso è una riproduzione fatta in anni
successivi all'avvistamento (quindi niente originale).
Comunque grazie ai due abbiamo appreso qualche altra
informazione sul Grasso, un fotografo professionista che, verso
la fine degli anni '40 del secolo scorso, aveva ereditato dal
suocero ingrandendolo uno studio fotografico a Giardini.
Probabilmente egli era anche corrispondente dell'United Press
International. Purtroppo l'archivio fotografico di Giuseppe
Grasso è andato perso irrimediabilmente: dopo la sua morte
avvenuta parecchi anni fa ( 1980) nel suo negozio vi fu un
susseguirsi di brevi gestioni infelici che portarono alla chiusura
definiva dello studio fotografico. La moglie, interpellata dall'ex
impiegato parecchi anni fa, confermò la perdita di tutto l'archivio
e dell'attrezzatura del marito. Al momento sia la moglie che la
figlia non abitano più a Giardini e si ignora la loro attuale
residenza.
A questo punto siamo costretti a fermarci qui nell'attesa di
qualche altra novità. E, come scritto all'inizio, pur non nutrendo
seri dubbi sull’origine degli oggetti osservati nel corso
dell’avvistamento (sicuramente palloni sonda), rimangono
tuttavia alcuni interrogativi sullo svolgimento complessivo del
caso.