UFOCTLINE N.14 - (Apr - Ago 2014) | Page 5

Pagina 5 Alla luce di tutto ciò, lo scenario che riteniamo più probabile è il seguente. Nella mattinata del 19 novembre 1954 alcune persone da Taormina e dagli altri centri che sorgono lungo l'ampio golfo da essa sovrastato scorgono più o meno contemporaneamente due innocui palloni sonda in cielo e, come spesso accade tutt'oggi, li scambiano per due dei tanti "dischi volanti" di cui in quei giorni si faceva un gran parlare. La notizia si sparge rapidamente anche perché gli oggetti, a causa della loro bassa quota, dovevano essere ben visibili. A Giardini, si trova Giuseppe Grasso, un fotografo rinomato il cui studio è proprio nel corso principale del paese. Forse qualcuno lo va a chiamare oppure egli stesso è fra i primi testimoni dell'apparizione; fatto sta che, munito della propria attrezzatura di lavoro, Grasso si reca nella piazzetta soprastante il lungomare di Giardini e scatta alcune fotografie inquadrando le persone affacciate che scrutano le evoluzioni dei due palloni sonda. Poi per rendere il tutto più interessante effettua un bel fotomontaggio inserendo due bei "dischi volanti". Oppure Il fotografo realizzò le foto molto tempo prima del caso in questione, aggiungendo successivamente poi i “dischi”. Compiuta questa operazione nel proprio studio, nel pomeriggio si reca al Giornale dell'Isola, dove lavora il Caruso con il quale ha da tempo instaurato un rapporto privilegiato, e, come ha già fatto altre volte in passato, gli offre le fotografie che, come sappiamo, saranno pubblicate l'indomani insieme al reportage del giornalista. Probabilmente la scelta di cambiare la località dove era stata scattata la foto (Taormina anziché Giardini Naxos), fu condizionata dal richiamo internazionale che aveva appunto Taormina rispetto ad altre località meno note. Un piccolo scoop che almeno per un giorno farà primeggiare le vendite del piccolo quotidiano catanese su quelle dei diretti concorrenti che ignoreranno l'episodio, mentre con un giorno di ritardo la notizia sarà ripresa dal Giornale di Sicilia di Palermo e da altri quotidiani italiani. L'indagine pareva fermarsi qui. Restava solamente l'idea di recarsi a Giardini Naxos per cercare gli eventuali eredi del Grasso. A causa di impegni vari e altri fattori che si incontrano nel corso della vita di ognuno di noi, questo tentativo è stato fatto soltanto diversi anni dopo. Purtroppo la ricerca non ha portato a nulla poiché abbiamo saputo che lo studio del Grasso non esisteva più ormai da molti anni. A questo punto sembrava che tutto fosse finito lì, e così anche il sogno di poter un giorno reperire la foto originale quando, ai primi di luglio del 2008, il quotidiano "La Sicilia", edizione di Messina, pubblicava un articolo riguardante la foto dei dischi di Taormina. In pratica un ex impiegato della sopraintendezza del comune di Giardini Naxos, che colleziona tutto quello che riguarda il suo paese, aveva acquistato una diapositiva ritraente proprio la foto in questione che faceva parte della collezione dello studioso Bob Beck, il quale era riuscito ad acquisire negli anni sessanta centinaia di foto di ufo. Sia il giornalista che l'ex impiegato non sapevano evidentemente la storia che c'era dietro la foto. Con la speranza che fosse la volta buona tramite il giornalista autore dell'articolo, abbiamo incontrato l'ex impiegato per spiegargli tutta la storia e vedere la diapositiva. Purtroppo, come si temeva, la diapositiva in suo possesso è una riproduzione fatta in anni successivi all'avvistamento (quindi niente originale). Comunque grazie ai due abbiamo appreso qualche altra informazione sul Grasso, un fotografo professionista che, verso la fine degli anni '40 del secolo scorso, aveva ereditato dal suocero ingrandendolo uno studio fotografico a Giardini. Probabilmente egli era anche corrispondente dell'United Press International. Purtroppo l'archivio fotografico di Giuseppe Grasso è andato perso irrimediabilmente: dopo la sua morte avvenuta parecchi anni fa ( 1980) nel suo negozio vi fu un susseguirsi di brevi gestioni infelici che portarono alla chiusura definiva dello studio fotografico. La moglie, interpellata dall'ex impiegato parecchi anni fa, confermò la perdita di tutto l'archivio e dell'attrezzatura del marito. Al momento sia la moglie che la figlia non abitano più a Giardini e si ignora la loro attuale residenza. A questo punto siamo costretti a fermarci qui nell'attesa di qualche altra novità. E, come scritto all'inizio, pur non nutrendo seri dubbi sull’origine degli oggetti osservati nel corso dell’avvistamento (sicuramente palloni sonda), rimangono tuttavia alcuni interrogativi sullo svolgimento complessivo del caso.