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LE “FOTO DI TAORMINA”: UNO SVILUPPO INATTESO
DI ANTONIO BLANCO
L’articolo che vi proponiamo di seguito, a firma di
Antonio Blanco del CISU di Catania, è un approfondimento del famoso caso del Novembre 1954 di Taormina. Il testo è stato pubblicato su UFOFORUM N. 12 del
marzo 1999 e gentilmente, l’autore, ci ha consentito
di metterlo a disposizione dei lettori di Ufoctline.
Sul numero 10 di UFO Forum (luglio 1998), rievocando
l’ondata del 1950 e le foto del 1954 nel contesto della sua
eccellente rubrica “I Primordi”, Giuseppe Stilo ha fatto il
punto sulla storia di una foto ritraente un gruppo di persone
apparentemente intente ad osservare due “dischi” nel cielo
di Taormina.
Come ricordava Stilo spiegandone i motivi, questa foto è
curiosamente più conosciuta all’estero che in Italia (1) , e,
benché il parere degli studiosi più seri sia unanime nel
ritenerla frutto di un fotomontaggio (2), non mancano coloro
che continuano a presentarla come se quelli ritratti fossero
veri dischi volanti (3). Ciò sicuramente anche a causa di
quanto scrisse Ansel Talbert sul New York Herald Tribune
(da Stilo ritenuta la fonte primaria del caso) che pubblicando
la foto in questione insieme ad alcune altre nella sua edizione
parigina del 10 dicembre 1954 affermò testualmente che
“gli esami cui la fotografia e la sua negativa sarebbero stati
sottoposti non sembrano rivelare alcuna doppia esposizione
né alcun trucco”. Un altro punto messo in evidenza da Stilo
nel suo articolo era il fatto che della foto non si conoscesse
con precisione la data, venendo essa variamente collocata
tra la primavera e l’autunno del 1954.
Stilo poneva inoltre (anche tacitamente) alcuni altri
interrogativi su svariati aspetti della vicenda, tra i quali come
mai la stampa locale (ed in particolare il Corriere di Sicilia
da lui citato ) (4) non avessero pubblicato la foto o quanto
meno la notizia dell’avvistamento che, stando alle fonti
giornalistiche estere, tanto clamore aveva provocato nella
popolazione; perché lo stesso quotidiano “pretendeva di
identificare i due corpi volanti della fotografia con quelli
effettivamente visti prima compiere evoluzioni e poi cadere
nelle acque dello Jonio il 19 novembre dello stesso anno”
(5); chi fosse Giuseppe Grasso che la rivista statunitense
Look (6) indicava come l’autore della foto e da dove essa
avesse tratto alcune dichiarazioni pubblicate ad egli
imputate; da quale fonte avessero attinto Adolf Schneider
e Hubert Malthaner (7) per confermare che l’autore della
foto fosse proprio Giuseppe Grasso e che si trattava di “una
sua costruzione”; da quale altra Margaret Sachs (8) per
aggiungere che gli oggetti erano stati visti da “migliaia di
persone” e che i pretesi dischi si allontanarono solo al
sopraggiungere di un caccia dell’Aeronautica Italiana; ed
infine come la foto avesse varcato i confini del nostro Paese,
se trasmessa da un corrispondente della United Press (9) o
portata all’estero dall’ambasciatrice americana Clare Boothe
Luce.
Ebbene, stimolato dall’invito di Stilo affinché, nonostante i
tanti anni ormai trascorsi, qualcuno degli ufologi siciliani si
impegnasse per cercare di fare chiarezza sui tanti punti
ancora oscuri di questa vicenda, decisi di aprire un nuovo
fronte di indagini da un lato provando a rintracciare il tale
Giuseppe Grasso, da un altro chiedendo a Salvatore Foresta
ed Antonio Rampulla (Associati Cisu) di concentrare i propri
sforzi per cercare traccia dei “giornali catanesi” cui si
richiamava l’articolo del Corriere di Sicilia dell’11 dicembre
1954 (10) . Ma nel far ciò, nessuno di noi immaginava a
quali risultati positivi saremmo pervenuti. Merito anche della
collaborazione prestataci da Davide Ferrara (CUN Catania),
che oltre ad aver proceduto ad alcuni utilissimi riscontri
topografici inerenti il luogo dove la foto fu scattata, ci ha
anche consentito, facendo da tramite, di scambiare via
internet informazioni e commenti con l’ufologo americano
Larry Robinson, che della foto in questione fa menzione in
uno studio su casi classici e fotografici identificati pubblicato
il
15
aprile
1997
sulla
sua
UFO
Page
(http://php.indiana.edu/~lrobins). Ma andiamo per ordine.
Partendo dal presupposto che se Giuseppe Grasso fosse
stato effettivamente un corrispondente locale della United
Press di lui doveva essere rimasta memoria negli ambienti
giornalistici catanesi, così come anche dell’intera faccenda
visto il clamore suscitato dall’avvistamento, lo scorso ottobre
cominciai a smuovere le acque chiedendo informazioni ai
nostri amici giornalisti locali.