N. 3- Keith Haring
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mettevano a disposizione tutto il loro sentimento e tutta la loro più primitiva gestualità per dare nuova forma alla grande voce che avevano dentro: erano alcune delle anime urlatrici profetizzate da Ginsberg nel suo Urlo di qualche decennio prima.
In questo nuovo clima generazionale, Tuttomondo di Keith Haring trova spazio come resa grafica di un augurio da reginetta del ballo di fine anno, elaborato sotto una nuova chiave: il tema della "pace - e dell’armonia - nel mondo" si colora dell’estro e della straordinaria capacità artistica di un ragazzo che di Pisa conosceva i colori, i profumi, le straordinarie atmosfere evocate dai lungarni in ogni momento della giornata e che del mondo aveva conosciuto orrori e brutture, il terribile disagio dell’AIDS, malattia di cui sarebbe morto qualche mese dopo; che era profondamente determinato a lasciare un testamento spirituale alla città di Pisa, che con così tanta semplicità era riuscita a rievocare i ricordi del bambino che era stato.
In uno stile che spazia tra grafica dei fumetti e arte informale di Pollock, Tuttomondo vuole rappresentare la sintesi visiva dell’amore di una madre per il proprio bambino, una forbice
impegnata a tagliare il male del mondo rappresentato da un serpente, o una matrioska di sentimenti che conducono alla lotta per il bene.
Molti altri sarebbero i significati leggibili sulle 30 figure bordate di nero e colorate con pittura acrilica durante una settimana di intenso lavoro. L’opera è stata recentemente nominata “monumento di interesse” dalla Soprintendenza dei Beni Artistici e sembra che davanti al grande universo che evoca tanto nell’ immaginario del fruitore interessato quanto in quello del passante casuale.
«La vera arte celebra l’uomo, non intende manipolarlo»
K. Haring