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P A G I N A 13 do risolveva un enigma. Era un sorriso di puro divertimento, avulso da confronti sterili, perché ogni confronto qui è inutile: siamo nello stesso identico ambito mysteriano (attenzione, non nello stesso universo narrativo!), quindi non può esistere un confronto. Sarebbe come domandarsi: è meglio Martin Mystère oppure Martin Mystère? Non è una dicotomia! Diavoli dell'inferno, non è neppure un’opzione!! Il BVZM ci ha abituato a passare da un mystero ad un altro, da una situazione imprevedibile a una impossibile, ci ha abituato (con intelligenza) ad alzare la nostra soglia dell'incredulità, passo dopo passo, pagina dopo pagina. Ci ha abituato a cambiare panorama, ambientazione, persino mondo, in un battito di ciglia. E io ho adorato ciascuna di queste storie, non importa quanto diverse ed alternative. Con le NAC, tutto lo staff (a partire da Alfredo, i curatori, gli sceneggiatori, i disegnatori e pure il sottoscritto) ha fatto un passo in più: cambiare mondi + personaggio, ma non nella speranza di ingaggiare nuovi tipi di target. Questo, signori, ve lo escludo a priori. Certo, la spettacolarità delle scene e della resa a colori (se mi permettete) rende il progetto accattivante ad una prima superficiale visione. Ma l'attenzione è sempre stata su di voi, lettori in grado di capire come un'operazione del genere non si contrapponga proprio a nulla, ma vada ad espandere un universo fumettistico geniale, fatto essenzialmente di qualsiasi cosa salti in mente al suo creatore, che non si ferma davanti a rigide definizioni commerciali ma che va oltre, alla ricerca di un prodotto nuovo e complementare. Il mio consiglio è dunque questo: leggete e divertitevi, perché questo è lo scopo ultimo del BVZM, pensando che le diverse prospettive da cui i Mysteriani (tutti sceneggiatori professionisti in scuderia Bonelli da eoni, ormai) sono partiti per delineare queste due serie sono un angolo, UN solo preciso angolo da cui l'universo fumettistico di Martin può essere visto, e che non sono un out-out, ma un plus. E nel plus, aggiungo anche lo splendido lavoro dei disegnatori, che si sono prestati, a volte con fatica, a reinterpretare un personaggio già delineato seguendo tratti nuovi, necessari per ribadire la priorità di un punto di partenza diverso per una produzione diversa. E aggiungo anche il mio, di lavoro. Perché mi rende orgoglioso aver regalato unità a questo progetto enorme, aver cercato ponti e collegamenti in ciascuna tavola e in ciascuna sequenza, non solo a livello narrativo ma a livello iconografico. E perché sicuramente il fatto di vedere Martin a colori è un plus, qualcosa di mai visto prima. Ancora una volta niente confronti, perché i confronti chiudono il cervello, mentre un lettore del BVZM tiene ben spalancati entrambi gli emisferi: qui non si parla di confronti, ma si parla di tasselli di un puz-