Tutti i Bollettini di AMys IL BOLLETTINO DI AMYS nr. 37-2017 | Page 4
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Intervista al disegnatore Fabio Piacentini
Abbiamo l’onore e il piacere di pre-
sentarvi questa lunga chiacchierata tra
i nostri due amici Claudio Bovino e
Fabio Piacentini. Grazie alle doman-
de curiose di Claudio, scopriamo in-
sieme alcuni aspetti dell’attività lavo-
rativa del disegnatore romano.
Buona lettura!
C.B. - Ciao Fabio, cominciamo dall'i-
nizio. Quali erano i fumetti che legge-
vi e i cartoni animati che vedevi da
piccolo e quali quelli che più ti hanno
impressionato, portandoti a scegliere,
probabilmente,
il
lavoro
del
“fumettaro”?
F. P. - I fumetti li ho cominciati a
leggere a 12 anni, mentre i cartoni ani-
mati da quando sono nato! Sono della
generazione dei robottoni, quindi i
cartoni animati che guardavo erano
Jeeg Robot, Goldrake, Mazinga, Astrogan-
ga, ecc. ecc. ma anche Lady Oscar, Candy
Candy, Capitan Harlock, … guardavo
tutto ma proprio tutto. Mentre per
quanto riguarda i fumetti, la mia pri-
ma rivista è stata Lancio sto ry, dove ho
conosciuto “Alvar Mayor” di Carlos
Trillo ed Enrique Breccia: è stata que-
sta serie a farmi innamorare dei fu-
metti.
C.B. - Che tipo di formazione hai
avuto in ambito fumettistico?
F.P. - Niente liceo artistico, sono un
ragioniere (!). Ho frequentato la Scuo -
la Romana dei Fumetti (SRF) dal 1993 al
1996 ed a loro, “i padri fondatori” -
Paolo Morales, Stefano Santarelli,
Massimo Rotundo, Giancarlo Cara-
cuzzo, Massimo Vincenti - devo tutto,
perché ancora oggi mi porto dietro il
bagaglio dei loro insegnamenti e con-
sigli. Per il resto vale il detto che non
si finisce mai di imparare e proprio
oggi ho acquistato due volumi di due
grandissimi del fumetto mondiale: Al
Williamson e José L. Garcìa Lòpez.
C.B. - Durante il periodo in cui hai
frequentato la Scuola Ro m ana d ei Fu-
metti, hai conosciuto Paolo Morales. Qual
è il ritratto personale che ne potresti
fare, dal punto di vista umano e pro-
fessionale?
F.P. - Paolo Morales…parlare bene
di lui è la cosa più facile che si possa
fare. E’ sempre stato un grande, sia
come disegnatore che come scrittore.
Ho iniziato a “leggerlo” su Lancio sto -
ry, poi Martin Mystère, ed in realtà è sta-
to il suo nome che mi ha spinto ad
iscrivermi alla SRF senza neanche
pensarci due volte. Paolo era come le
sue storie ed i suoi disegni, vero. Co-
me autore di fumetti non era mai so-
pra le righe, le sue storie erano concre-
te, efficaci, geniali. Non ricordo in Ita-
lia un autore completo come lo era lui,
al servizio di un personaggio
“popolare” come Martin Mystère .
Paolo ha lasciato un vuoto.
C.B. - Prima di lavorare per la Bo nel-
li, hai collaborato con un' altra grande
realtà italiana quale la Rainbo w di