Tutti i Bollettini di AMys IL BOLLETTINO DI AMYS n. 48-2019 | Page 12

PAGINA AMYS intervista i grandi autori mysteriani Altro grande colpo del nostro Claudio Bovino! E’ riuscito a combinare una intervista tripla a Mirco Zilio, Ivo Lombardo e Andrea Artusi, autori del soggetto e della sceneggiatura de Il mondiale che non c’era , albo n. di Martin Mystère. L’albo ha fatto la sua comparsa in edicola a giugno ed è stato il frutto di un lavoro a sei mani soggetto e sceneggiatura , o meglio, ricorrendo a una metafora calcistica, che ben si accorda al tema trattato, risultato di un tridente che è stato ben ac- colto da parte del pubblico dei lettori. Che si tratti di tridente o di tripletta, fatto sta che l’opera compiuta sembra davvero aver colto nel segno, trattando un argomento originale, in particolare per le pagine di MM, che si è avvalso di un lavoro approfondito di ricerca per quanto riguarda la storia e di caratteriz- zazione per quanto riguarda i personaggi. Con gli autori siamo andati nel dietro le quinte , o meglio siamo scesi negli spogliatoi e nelle sale di prepara- zione tattica per cercare di carpirne i segreti, grazie a questa intervista tripla. I tre autori saranno presenti al nostro Fest di Pado- va, e con loro potrete approfondire gli argomenti di questa conversazione. CLAUDIO: Una prima domanda che rivolgo a tutti. Un filo rosso vi accomuna, ed è la città di Ve- nezia, dove siete nati o avete lavorato. È da qui che nasce la vostra amicizia e collaborazione? MIRCO: Questo fatto è stato determinante al fine di iniziare le prime collaborazioni, l’amicizia è stata una naturale conseguenza. IVO: Venezia ha avuto un ruolo determinante, sia come location per potenziali soggetti che come sede logistica luogo di incontri per le nostre riunioni . Alle riunioni di lavoro sono spesso seguite cene soprattutto al ristorante cinese passeggiate in città e ricognizioni delle potenziali location, che hanno contribuito a consolidare l’amicizia. ANDREA: Venezia per me è molto più che una città. Ci sono un po' avventurosamente nato, ho frequentato senza mai concludere gli studi l'istitu- to universitario di architettura ed entrambe le fami- glie dei miei genitori affondano le loro radici nella città dei Dogi. Inevitabile che le mie collaborazioni anche dal punto di vista del fumetto passassero in qualche modo per questo crocevia. Così come le mie amicizie. CLAUDIO: Fumetti, disegno e scrittura, quali sono i mondi ai quali vi sentite più affini? Quali esperien- ze avete fatto in ognuno di essi? MIRCO: Io non so disegnare e la scrittura in prosa non mi è particolarmente congeniale. La mia dimen- sione è certamente quella della sceneggiatura e della scrittura di testi umoristici, campo in cui ho collabo- rato con molti nomi di primo piano. IVO: Io venivo da un’esperienza come romanziere, perché avevo già pubblicato Sherlock Holmes a Vene- zia e altri racconti. Questo mi aveva fatto scattare la molla per tentare la via dei fumetti, perché mi affa- scinava l’idea di inserirmi in una nuova dimensione di scrittura. L’amicizia con Andrea mi ha aperto de- finitivamente le porte al mondo dei fumetti. Poi An- drea mi ha presentato Mirco e, da allora, è nato il nostro trio. Purtroppo il mio approccio con i fumetti è soltanto come soggettista e sceneggiatore, perché non so disegnare. ANDREA: Il disegno è una dimensione naturale fin dalla mia più tenera età. Anche quando scrivo tendo a farlo per immagini. Mi è venuto piuttosto spontaneo quindi partire da questa mia attitudine affacciandomi prima al mondo dell'illustrazione, passando per la pubblicità, la moda e le produzioni televisive per poi approdare al fumetto che è sempre 12