Tutti i Bollettini di AMys IL BOLLETTINO DI AMYS n. 48-2019 | Page 8
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AMYS intervista i grandi autori mysteriani
Il nostro incontenibile Claudio Bovino ha intervista-
to per noi di AMys uno degli autori rivelazione di
questo
mysteriano Giovanni Eccher. Lo sce-
neggiatore è attualmente in edicola con l’albo Il
cervello quantico , ma per la Bonelli ha già realizzato
nella stessa veste molte storie per le maggiori testate
della casa editrice, da Dampyr a Nathan Never, da
Dragonero a Dylan Dog, da Zagor a Tex, oltre che
un episodio de Le storie. Autore eclettico e versatile
Giovanni, prima di cimentarsi col fumetto, ha lavo-
rato per vent'anni per il cinema, teatro, pubblicità e
video, ricoprendo ruoli diversi. Ecco l’intervista che
ci ha rilasciato mentre si stava godendo le sue meri-
tate vacanze.
CLAUDIO: La tua scrittura in ambito fumettistico
è stata descritta come molto cinematografica, ambito
nel quale hai lavorato tantissimo. Quanto del tuo
percorso e delle tue competenze si ritrova sulle pa-
gine dei fumetti che realizzi come sceneggiatore?
GIOVANNI: A volte forse troppo, nel senso che
mi rendo conto di non saper sempre padroneggiare
lo stile fumettistico "puro" e di tendere a fare se-
quenze che somigliano a degli storyboard. Per mia
fortuna, però, lo stile SBE è sempre stato piuttosto
cinematografico, la griglia è fissa, i piani sono quelli
classici del cinema. Avrei probabilmente più diffi-
coltà a ragionare "a tavole" come nel fumetto supe-
reroistico americano, o in certi tipi di manga. Anzi
ora che ci penso l'ho fatto nella miniserie
"Generazioni" di Nathan Never, e non è stato così terribi-
le - anzi, mi sono divertito un sacco!
CLAUDIO: Prima de Il cervello quantico , per la
Sergio Bonelli Editore hai lavorato su tutte le mag-
giori testate, a cominciare da Dampyr per andare a
Nathan Never, da Dragonero a Dylan Dog e Zagor,
oltre che per un episodio de Le storie, l’albo La leg-
ge zero nel quale hai fatto incontrare Asimov e
Agatha Christie. Quali sono le principali differenze
che hai riscontrato, sia da punto di vista della co-
struzione delle storie, sia dal punto di vista redazio-
nale?
GIOVANNI: Nathan Never è la testata che mi ha
permesso più libertà, perché è la meno codificata. In
NN puoi scrivere qualunque genere di storia,
dall'hard boiled all'horror all'avventura pura al gial-
lo eccetera, fermo restando che l'elemento fanta-
scientifico è sempre importante. Ma non ha il set di
regole fisse di un Tex o un Dylan Dog, che devono
sempre avere una serie di elementi ricorrenti.
Dampyr è un fumetto ostico, perché è ricco di regole
non scritte e il suo autore Boselli tende ad avere un
controllo maniacale sulla sceneggiatura. Il che non è
un male di per sé, Boselli può permetterselo perché
è un autore molto capace e raramente sbaglia. È pe-
rò molto faticoso per un collaboratore, anche se si
tratta sempre di un'ottima palestra.
Zagor è molto interessante perché è un western con
elementi fantasy, ma il fantasy può essere utilizzato
o meno a seconda dei casi, e non è legato a canoni
ferrei come quelli texiani, il che lo rende più
"flessibile" e vario.
Dragonero ha una trama orizzontale saldamente in
mano a Vietti ed Enoch, e sono loro a fornire i sog-
getti, anche se poi mi hanno lasciato una libertà no-
tevole nello sviluppo.
Tex bé, è Tex. Si può scrivere solo in un modo, cioè
mettendosi "al servizio dell'eroe", come diceva Ma-
gnus, con grande rispetto delle sue regole e sotto il
controllo severo di Boselli. Qualcuno crede che pos-
sa essere frustrante per un autore, ma in realtà è una
sfida molto stimolante. Peraltro, tra le mie storie in
preparazione, ce ne sono un paio di Tex.
Le Storie, pur sotto il controllo del curatore Gian
Maria Contro, è per definizione la serie più "libera".
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