SPECIALE SPS
Il Piano Transizione 5.0 è uno strumento finanziario valutato positivamente nel suo quadro generale
La digitalizzazione è una condizione necessaria per affrontare le tematiche di sostenibilità precedente sia un obiettivo intelligente , in quanto raddoppiando la produzione o cambiando i processi si consuma in assoluto di più ma relativamente per unità di prodotto il consumo è minore . Paradossalmente , il 4.0 era molto più chiaro in quanto la libertà delle finalità dipendeva dall ’ impresa e non veniva stabilito dal Governo l ’ obiettivo quantitativo . La debolezza sulla parte del software invece è grave perché viene
incentivato sempre di meno e ancora una volta è legato all ’ effetto trainante della misurazione dell ’ impatto energetico , che è un obiettivo importante ma non deve essere un vincolo assoluto . Andiamo verso una componente del consumo sempre maggiormente legata alle energie rinnovabili e pertanto non è in assoluto il livello di energia che dobbiamo monitorare ma la sua origine e composizione . Non risulta quindi
QUALI SONO LE NECESSITÀ DELLE AZIENDE CHE TRANSIZIONE 5.0 PUÒ SODDISFARE E I PUNTI CRITICI ? « La normativa ha il pregio di usare il credito d ’ imposta , che abbiamo visto essere stato la modalità preferita dalle imprese italiane , includendo il ruolo del GSE , il Gestore dei Servizi Energetici , che ha le competenze per potere dare un appoggio , un ’ opinione terza e un indirizzo tecnologico chiaro . Il difetto è che la componente digitale è quasi solo enunciata . Il risparmio energetico di almeno il 3 % a livello di struttura produttiva o del 5 % sul processo specifico , presupposto per ottenere l ’ agevolazione , è forse una condizione necessaria per renderlo misurabile ma rende tutto molto strumentale . Non è detto infatti che risparmiare il 3 % in assoluto sul processo
La sostenibilità diventa una nuova leva geopolitica
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