the mente giugno 2014 | Page 39

PRIMI CLASSIFICATI A PARI MERITO Concorso letterario Ho gli occhi azzurri come mia zia Sofija Odio parlare di me stessa; voglio che siano gli altri a parlare di me: almeno ho qualche speranza che dicano qualcosa di bello, perché se iniziassi a descrivermi partirei con una raffica di insulti!! Vorrei invece parlarvi di un periodo della mia vita, nello specifico di una persona a me tanto cara. Ops: ho dimenticato di presentarmi! Io mi chiamo Dragica. Sì proprio cosi e non Tragica come molto spesso vengo chiamata. Vengo dalla Macedonia ed ho 19 anni. Il mio nome significa “preziosa” ed è di origine slava. Sono in questo bel paese da dieci anni e mi ci trovo che è una favola. Amo l’Italia anche se in questo periodo di crisi per tutti è una nemica. Il primo a venire in Italia fu mio padre tredici anni fa. Non fu una decisione facile, ma il mio paese non offriva che una vita difficile fatta di tanti sacrifici e nessuna speranza per l’avvenire. Ci credete se vi dico che avevo solo cinque anni, ma ancora oggi se chiudo gli occhi ricordo il suo bacio sulla guancia prima di partire mentre io ero ancora a letto? Chi l’avrebbe mai detto che l’avrei rivisto tre anni dopo. Un anno e mezzo dopo mia madre lo raggiunse ed io e il mio fratellino di tre anni andammo ad abitare con mia zia Sofija. E’ lei l’angelo della mia vita. I miei nonni non erano in grado di occuparsi di due bambini e lei con amore insieme a mio zio ci ha accolto nella sua vita. Ricordo il giorno in cui la mia bellissima mamma, vestita con una gonna attillata blu e una giacca, salì sul taxi diretta all’aeroporto. Anche lei l’avrei rivista qualche anno dopo. Il nostro angelo ci prese per mano e da quel giorno si prese cura di noi come se fossimo figli suoi. Quanti momenti belli mi porto dentro! E' in quella casa che ho imparato a leggere, a contare. Da bambina ero nemica della matematica e i miei zii, entrambi insegnanti delle scuole elementari, mi aiutavano con i compiti. Per imparare a fare la somma o le sottrazioni prendevano la frutta e me la mettevano sul tavolo, così potevo contare direttamente. Mio fratello era un bambino molto sveglio per la sua età e finiva sempre per rispondere prima di me. E' sempre in quella casa che ricordo i miei primi Natali; addobbavamo l'albero insieme allo zio e la notte di capodanno stavamo abbracciati sul divano ad ascoltare i botti. Ricordo me stessa spesso ammalata e la zia prendersi cura di me, portarmi dal medico. Quando io soffrivo, anche lei stava male con me. Quando torno in Macedonia per le vacanze estive la valigia la porto a casa di mia zia. Per me quella è la mia casa. Mio padre e mia madre li sentivo solo per telefono finché un bel giorno non portarono anche a noi nella bella Italia. Pur sapendo che erano loro i miei veri genitori io pensavo ai miei zii che da quel momento sarebbero rimasti soli. Mia zia è la persona più forte che abbia incontrato. Nella vita ha iniziato da zero, non ha avuto il matrimonio che ogni ragazza sogna per mancanza di denaro, ha conosciuto la povertà, però con sacrifici quotidiani ha costruito con mio zio una bellissima casa, è diventata un’ insegnante ed avuto due figli meravigliosi che le stanno regalando dei nipotini. Quando mia zia gira in paese le persone la fermano, le stringono la mano, parlano con lei. E’ un' insegnante apprezzata e stimata da tutti. Quando esco la sera e devo tornare a casa tardi prendo il taxi; basta che dica al tassista mi porti dalla maestra Sofija e lui sa già la strada. E' lei la roccia della famiglia. Lei è la più grande di quattro fratelli l’ultimo dei quali è mio padre. Lei ha fatto da madre a tutti loro, ai figli dei suoi fratelli ed infine ai miei nonni. Essendo gli altri all'estero, chi in Svizzera e chi in Italia, è toccato a lei occuparsi dei nonni. Quest'estate è mancato mio nonno e per tutti è stato uno shock; dentro di noi sapevamo che ci avrebbe lasciati, ma chissà perché alla morte non siamo mai pronti. La vita a volta ti fa dei brutti scherzi e noi il sette di agosto dell'anno scorso lo abbiamo capito. 39