MAQ Magazine n. 12 / May - June 2019
Quando la gente urlando diceva ”Si”, loro ordinavano a un laido barbiere di rasarla a zero come fosse una pecora : se la Gente diceva: ”No allora lasciavano andare la donna. Così fecero con molte donne è quasi sempre la folla urlando e ridendo come fosse una grande festa diceva “Sì, si, rapatela quella è andata coi tedeschi”. Venne il momento che su quella sedia, si sedette una donna che, come impazzita, gridava e piangeva: era la mamma della mia compagna. Fu un momento di grande disagio e dolore, soprattutto per la mia piccola amica. Quegli orribili uomini feroci e disumani, assetati di vendette gridavano: ”Volete che sia rapata a zero?” Tutti urlarono con una cattiveria spietata : “Si, Si” La mia amica piangendo urlava: "No, No, è la mia mamma!" Piangemmo abbracciandoci. Non dimenticherò mai quel barbiere. Avevano scelto un povero uomo che in paese si diceva fosse un po’ matto: l’aspetto era di una persona brutta è sporca, rideva con una bocca sdentata. Quest’uomo usava il rasoio come una zappa sopra quelle povere teste, era uno spettacolo ripugnante. Mi offendeva sentire come tutta quella gente ridesse e applaudisse a quello spettacolo dell’orrore, ripugnante. Io e la mia amica ce ne andammo quasi fuggendo e ricordo come sentissi dentro di me una grande tristezza, conscia dell’umiliazione che la mia compagna e sua madre avevano dovuto subire. Tornata a casa, raccontai tutto alla mamma e al papà i quali rimasero disgustati e senza parole per il comportamento brutale di quella gente. Naturalmente fui sgridata per la disobbedienza d’essere uscita senza chiedere il loro permesso. Il giorno dopo vidi in giro alcune di quelle donne che erano state rasate: avevano la testa coperta con dei fazzoletti ed io, avendole viste su quel balcone, provai una grande vergogna per loro.