Una vita vissuta in profondità la sua, tra avventure e disavventure, talvolta ai limiti della legalità. Ha l’espressione impavida e senza finzioni di chi la sa lunga; il volto scavato e lo sguardo sicuro, di un nero intenso. La sua casa e il suo lavoro
sono ora tra queste montagne, al confine tra le Marche e l’Abruzzo. “Mi piace vivere qui”, dice nel suo italiano con l’accento a est, “avevo bisogno di una vita diversa, dopo tutto il mio vagare. Montagne e tranquillità, questo mi serve”. La
fatica è tanta per Pavel, che inizia la sua giornata alle cinque e mezza di mattina e si ferma davvero solo dopo le dieci di
sera. Giorni totalmente liberi non ce ne sono, per lui. E, a breve, sarà il momento di transumare, sebbene lo spostamento sarà minimo, niente a che vedere con i lunghi viaggi dei suoi predecessori.
Pavel sembra un uomo felice, almeno provvisoriamente. E lo stipendio? Quanti soldi riesce a guadagnare, oggi, un
pastore, anzi un pastore straniero sull’Appennino? Pavel si fa una risata. Poi rivela: “Domani è il giorno della mia prima
paga. Solo dopo saprò davvero se restare qui a fare questo mestiere o se partirò un’altra volta”.
Un Festival dell’Appennino,
tra Sibillini e Monti della Laga
La Transumanza in poesia
I pastori
di Gabriele D’annunzio
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?
Da quattro anni, la Provincia di Ascoli, coadiuvata dal
ministero dell’Ambiente e da diverse associazioni locali,
organizza sulle montagne intorno ad Ascoli il Festival
dell’Appennino. Con una cadenza che attraversa le stagioni, il festival propone un percorso, aperto a tutti, di conoscenza di quei luoghi ricchi di meraviglie, naturali e non,
eppure poco conosciuti. Lo fa sovrapponendo le escursioni tra boschi, santuari, castelli, eremi e minuscoli centri
abitati, all’esperienza collettiva del camminare insieme;
miscelando le tradizioni e le feste popolari sopravvissute
allo spopolamento di quei monti, con la loro narrazione
storica e creativa, attraverso concerti inaspettati in luoghi
sperduti, spettacoli teatrali in improvvisi scenari naturali,
performances acrobatiche in antichi santuari ed altre
esperienze. L’edizione 2014, già iniziata a maggio, proporrà, tra gli altri, anche questi appuntamenti:
21/6 Palmiano (bivio Force –Venarotta) - “SOLSTIZIO
BERBERO” Convegno al tramonto, gastronomia araba, concerto di musica berbera degli Amine & Hamza (Tunisia)
28/6 Quintodecimo di AcquasantaT. - “RITMI E SUONI
NEL CUORE DELLA LAGA” Escursione cascata Noce Andreana, musica etnica
3/7 Tallacano Sassospaccato di Acquasanta Terme (AP)
- “LA NERA SIGNORA” Escursione, rito, spettacolo della
Compagnia dei Folli (Produzione del Festival)
6/7 Forcella di Roccafluvione (AP) - “FORCELLA FOLK
FESTIVAL” Escursione, musica popolare
15/7 Rocchetta di Acquasanta T. (AP) - “ROCCHETTA
FILM FESTIVAL” Escursione notturna, spettacolo, cortometraggi dell’Appennino Perduto
17/7 Force (AP) - “FORCE FELLINIANA (E SE FEDERICO
FELLINI FOSSE NATO A FORCE) ?” Festa di