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ANIMA /// F o l k lo re e tradi z i o ne nelle M arche Musica e danze come Cosa intendiamo per folklore? Il folklore è ciò che caratterizza ed esprime le costruzioni identitarie di un popolo, di una collettività. L’espressione volkerkunde, scienza dei popoli, deriva dalla parola sassone folk che significa popolo; esprime la relazione tra l’uomo, le divinità, la terra e la cosmogonia. Il folklore nella maggior parte dei casi è stato considerato, negativamente, come una componente della cultura contadina, relazionato quindi alle attività agricole, pertanto in opposizione con i progressi della civiltà urbana. Perché recuperare oggi la tradizione musicale? Recuperare oggi ciò che, durante il flusso della storia, è stato inventato e definito “tradizione” di un popolo, significa distinguersi e resistere al processo di globalizzazione omologante. Quindi il riaffermarsi della cultura folklorica è il risultato di un intenzionale processo politico di resistenza, di recupero delle proprie radici, che ricordiamo - non sono pure ed isolate, ma il prodotto dell’incontro culturale che da sempre caratterizza ogni società. Folklore musicale marchigiano I canti di questua Stornelli, ballate, saltarello, castellana… musiche e danze che da sempre hanno fatto parte della vita quotidiana degli uomini, sia di corte che del popolo. Accompagnavano banchetti e cerimonie, riti e liturgie, lavoro e feste. D’importanza particolare nelle Marche i canti propri delle filandare, o quelli legati alla terra e alle stagioni. Si tratta di canti tramandati oralmente. I canti di questua sono canti rituali legati all’agricoltura, alla natura che nasce, muore e risorge. Si tratta di riti pagani di cui la Chiesa si è appropriata modificandoli ed integrandoli in maniera sincretica. Per il solstizio d’inverno, troviamo la “Pasquella” e “Sant’Antonio”. Per l’arrivo della stagione primaverile la “Passione di San Giuseppe” e lo “Scacciamarzo”. Durante le due settimane precedenti la Settimana Santa si canta “Alle anime sante del Purgatorio” e la “Passione di Cristo”. L’avvento della primavera è celebrato dal “Cantamaggio”, rito pagano di fertilità e di benessere. Il Saltarello È una danza marchigiana caratterizzata da un ritmo vivace suonato con l’organetto. Era una danza di corteggiamento legata al lavoro agricolo: scartocciatura, mietitura, trebbiatura, vendemmia. La sua coreografia è precisa e presenta figure quali: “lu spondapé” il ballerino è al centro pestando i piedi a terra, mentre la ballerina gli gira intorno sulle punte; “lu filò” i ballerini si avvicinavano e poi tornano nella posizione di partenza; “lu jiru” i due ballerini si rincorrono velocemente formando un cerchio. 22 / WHY MARCHE di paola donatiello