Test Drive | Page 139

per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 2008 al 2015 oltre 12,5 milioni di interventi, pari al 51% delle famiglie italiane e al 40% delle abitazioni esistenti. Esistono, d’altro canto, elementi critici, derivanti da una riproposizione dello strumento nelle stesse modalità dell’anno precedente. In particolare sono rilevanti: • La mancata strutturazione degli incentivi, ovvero una programmazione di medio periodo, utile a stabilizzare lo strumento, dando maggior fiducia alle famiglie e agli operatori; • Il mancato perfezionamento dell’incentivo sull’efficienza energetica (65%), che punta, al pari degli altri incentivi, più ad un effetto congiunturale per le costruzioni, indirizzato alle piccole e micro imprese dell’edilizia, piuttosto che a sostenere gli interventi a maggior efficienza. Una stima dei riflessi occupazionali della attività di riqualificazione energetica degli edifici, almeno per la quota di lavori che hanno usufruito degli incentivi fiscali, può essere effettuata utilizzando gli indicatori di impatto occupazionale identificati dall’Autorità di Vigilanza4 ed applicandoli agli investimenti stimati per il 2014 e per il 2015. Gli investimenti attivati che hanno usufruito delle detrazioni sono stimati, per il 2014, in circa 28,4 miliardi, di cui circa 4 miliardi ascrivibili agli interventi di riqualificazione energetica. A tali investimenti corrispondono circa 224mila occupati diretti e 336mila complessivi (compresi gli indiretti), impiegati per tutti gli interventi incentivati. Di questi la quota parte della riqualificazione energetica ammonta a 39mila diretti e 59mila complessivi, compresi gli indiretti. Le stime per il 2015 sono in calo, e la dinamica fortemente discontinua del primo semestre 2015 non permette di effettuare una proiezione affidabile per l’anno in corso. Se consideriamo l’intero periodo 2007-2014, quello in cui l’incentivo per la riqualificazione energetica è stato in vigore, l’impatto occupazionale complessivo è stimato in 257mila lavoratori diretti e 386mila, compreso l’indotto. In media, nel periodo, si sono attivati 32mila occupati diretti e 48mila complessivi ogni anno ma, come abbiamo visto, con un trend in forte accelerazione fino al 2013 e di complessiva tenuta dei livelli nell’ultimo biennio. Questa stima è senz’altro definita per difett o, in quanto limita la valutazione: 1. agli interventi che hanno usufruito della detrazione; 2. alle tipologie d’intervento a cui è destinato l’incentivo. Riguardo al primo punto, è evidente che esiste una percentuale, difficile da quantificare, di lavori che restano esclusi dalla valutazione in quanto sono stati realizzati senza usufruire dell’incentivo (per mancanza d’informazione, per opportunità economica). A tal riguardo basti pensare che tutti gli interventi che hanno usufruito degli incentivi (recupero edilizio e riqualificazione energetica) hanno rappresentato, nel 2014, il 42,9% del totale dei lavori di rinnovo edilizio. I numeri prodotti appaiono, nel complesso, molto significativi, se consideriamo che, nel 2014, il settore ha perso circa 69mila occupati diretti. L’attività di rinnovo edilizio, e quella di riqualificazione energetica, hanno evitato una vera e propria débacle del settore delle costruzioni in questi anni di crisi. 138 INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’ NEL SETTORE EDILIZIO Quarto Rapporto Congiunto Feneal Uil - Filca Cisl - FILLEA CGIL - Legambiente