E’ inoltre interessante sottolineare il significativo potenziale di sviluppo occupazionale del
segmento della riqualificazione energetica nel breve e medio periodo.
A breve, le occupazioni “green” nelle costruzioni continueranno a crescere considerevolmente, in misura molto più rapida del totale delle occupazioni nel settore. Basti pensare
che, secondo i dati Excelsior5, l’incidenza percentuale delle assunzioni di green jobs
programmate dalle imprese nelle costruzioni sono passate dal 28% del 2009 al 44%
del 2015.
Nel medio periodo, se stimiamo come obiettivo raggiungibile quello di attivare, per
interventi di efficientamento energetico, circa 7 miliardi di risorse dai fondi comunitari
nel settennio 2014-20206, ed aggiungiamo a questi fondi le previsioni di impatto della
reiterazione degli incentivi nel solo periodo 2014-2016 (circa 9 miliardi di investimenti
attivati7), arriviamo ad un impatto occupazionale di oltre 160mila occupati diretti e
240mila complessivi.
Se riuscissimo a sviluppare maggiormente le filiere industriali nazionali di produzione dei
materiali e dei componenti per l’edilizia (impiantistica e manufatti edili), attivando cicli di
recupero e riciclo materiali da costruzione, non sarebbe irrealistico lo scenario definito
dalle organizzazioni sindacali e Legambiente, che porterebbe a creare 600 mila nuovi
posti di lavoro a regime, in tal modo recuperando una parte della perdita occupazionale
accumulata nel settore in questi anni di crisi, ma soprattutto contribuendo in modo determinante allo sviluppo industriale e sostenibile dell’industria nazionale delle costruzioni.
Queste le stime sulle ricadute occupazionali della riqualificazione energetica a livello
nazionale: numeri importanti, anche se l’analisi potrebbe essere maggiormente significativa, se, ad esempio, si stimassero gli impatti occupazionali per tipologia di lavori, e
si associassero alla stima quantitativa anche considerazioni sulle qualifiche professionali
necessarie.
Abbiamo provato a fare un primo passo in questa direzione, stimando, attraverso i dati
relativi alle spese sostenute dalle famiglie nel 20138 per la riqualificazione energetica
abitativa, l’indotto occupazionale, diretto e indiretto, generato per singola categoria di
lavori.
Un primo sguardo alla consistenza delle spese per interventi incentivati del 2013 (Fig. 1),
rivela la reale consistenza del mercato attuale, in gran parte orientato alla sostituzione degli infissi e degli impianti termici, mentre ancora poco rilevanti sono i lavori tipicamente
edilizi, che coinvolgono l’involucro.
FIGURA 1 - Spesa per interventi di riqualificazione
energetica incentivati;
valori percentuali; anno 2013
Fonte: elaborazioni Centro Studi Fillea su dati Enea
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