Tesi Robotica Algoritmi ed architetture per la risoluzione di... | Page 35

1.7. DIFFERENCE OF GAUSSIAN ‡Ò2 G = 35 G(x, y, k‡) ≠ G(x, y, ‡) ˆG ¥ V G(x, y, k‡) ≠ G(x, y, ‡) ¥ (k ≠ 1)‡ 2 Ò2 G ˆ‡ k‡ ≠ ‡ Questo mostra fondamentalmente tre cose: • Quando la DoG ha scale che di eriscono di un fattore costante, incorpora già la normalizzazione della scala ‡ 2 richiesto per il Laplaciano. • Il fattore (k ≠ 1) risulta essere costante nelle sottrazioni fra scale adiacenti per cui non influenza la ricerca dei punti notevoli. • L’errore di approssimazione va a zero quando k tende a 1, ma in pratica accade che l’approssimazione non ha un decisivo impatto sulla stabilità della ricerca del massimo, così come nella sua localizzazione, questo anche Ô per alcune significative riduzioni in scala, come k = 2. Un approccio e ciente per la costruzione di D(x, y, ‡) è mostrato in Figura 3.6.1. L’immagine iniziale viene incrementalmente convoluta con le gaussiane, il risultato è un insieme di immagini nello scale-space separate tra di loro da un fattore costante k. In seguito vengono sottratte le gaussiane adiacenti, alla fine di questa operazione l’immagine viene scalata di un fattore 2 (downsampling) togliendo ogni secondo pixel in ciascuna riga e in ciascuna colonna, l’operazione da origine ad una nuova immagine sottocampionata che viene chiamata ottava. La scelta di dividere ciascuna ottava della Scala (vale a dire, il doppio di ‡) in un numero intero s di intervalli, viene fatta in modo da garantire che k = 21/s . In questo modo produciamo s + 3 immagini nello stack di ciascuna ottava, questo a nché la ricerca dei punti finali copra uniformemente un’ottava completa. L’individuazione del massimo e del minimo locale di D(x, y, ‡) avviene tramite il confronto del punto campione con i su