Tennis World Italia n. 52 Tennis World Italia n. 52 | Page 14

Tuttavia Federer, il dominatore dell'erba, ha anche la seconda miglior percentuale di sempre sul duro e la quattordicesima sul rosso, dove regna Nadal. Il maiorchino, invece, ha solo la cinquantunesima sull'erba. I numeri raccontano di due mondi e le ultime stagioni hanno esaltato questa perfettibile immagine ci complementarietà: le assenze ripetute di Federer al Roland Garros e le sconfitte di Nadal che a Wimbledon non raggiunge i quarti dal 2011, l'anno della sua ultima finale, rendono la teoria dei due soli una perfetta sintesi della situazione attuale. Murray e Djokovic, moderni Icaro che troppo in là si sono spinti per contrastare quella luce e sostituirsi ai due soli, hanno contribuito a costruire la narrazione dei Fab Four. Ma come i Beatles, la storia è durata poco. Una parte crescente tifosi di Federer e Nadal, più lontani e polarizzati di quanto non siano i due, si avvia a una sorta di riconciliazione “Fedal”. Lo scontro scuote meno, ma intanto continuano a non esserci avversari che, quando contano, siano capaci di fermarli. Si son divisi gli ultimi sei Slam, e se continuano così l'inseguimento di Nadal potrebbe esser destinato al finale del paradosso di Achille e la tartaruga. Dal 2011, lo spagnolo ha vinto due Slam fuori dal Roland Garros, Federer ne ha conquistati due fuori da Wimbledon. Azione e reazione, uguale e contraria.. E intanto i giovani, ha spiegato Shapovalov a Parigi, possono giocare più leggeri. “Se quei due continuano a vincere a 32 e 36 anni” ha detto, “noi non siamo obbligati a riuscirci a 19. Sappiamo di avere più tempo davanti a noi”. Ma soprattutto sanno che non rischiano di finire schiacciati dall'attesa e dal demone dell'incompiutezza come la generazione di mezzo. E il dilemma su chi sia il migliore fra Rafa e Roger è destinato a durare, senza vincitori e con sempre nuovi sostenitori.