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Francesco D’ Angelo, 18 anni, team leader e system designer, corso di studi elettronica ed elettrotecnica; Lorenzo Addario, 19 anni, camera software developer, corso di studi elettronica ed elettrotecnica; Andrea Perrina, 18 anni, software developer, corso di studi in informatica e telecomunicazioni sono i tre neodiplomati dell’ I- stituto Pacinotti-Archimede di Roma protagonisti, insieme al Professor Paolo Torda, di Ikaro Team, la squadra di soccer-robot Made in Italy sponsorizzata da Fondazione Ucimu che, a suon di vittorie nei principali contest italiani, si è guadagnata un posto a RoboCup( i mondiali di robotica per studenti che si sono svolti a Salvador, in Brasile, dal 14 al 22 luglio), dove ha ottenuto un ottimo quinto posto in classifica. « Nonostante l’ incredibile potenza di fuoco dei team asiatici e le avversità di un tabellone un po’ complicato, la nostra squadra ha ottenuto un ottimo piazzamento alla kermesse internazionale che richiama oltre 3.000 partecipanti da 45 Paesi », hanno commentato soddisfatti i tre studenti. Gli allenatori sono giovani studenti, i calciatori piccoli robot, ogni tempo dura 10 minuti, si gioca due contro due e l’ obiettivo è sempre lo stesso: segnare di più dell’ avversario. La testimonianza dei tre studenti di Ikaro Team.
Ciao ragazzi, chi spiega esattamente cos’ è questa RoboCup? Lorenzo Addario: « Parlo io che sono un po’ il portavoce del team e sono anche il più grande. Si tratta di uno dei più importanti eventi mondiali di robotica e intelligenza artificiale, è una competizione itinerante, giunta alla ventottesima edizione, e quest’ anno si è disputata a Salvador dal 14 al 22 luglio. Ricercatori, studenti, appassionati di automazione e aziende da tutto il mondo si sono riuniti per apprendere e scoprire nuove frontiere tecnologiche. L’ evento, rinomato per le sue competizioni ed esposizioni innovative, in ogni edizione sfida i team a sviluppare robot autonomi in grado di operare in scenari reali come partite di calcio, operazioni di soccorso e robotica di servizio. Noi abbiamo partecipato nel tabellone dedicato alle competizioni soccer ».
Chi sono stati i concorrenti più agguerriti di questa edizione? « RoboCup ha riunito oltre 3.000 partecipanti da 45 Paesi tra gare, dimostrazioni e incontri scientifici. L’ obiettivo originario, creare entro il 2050 una squadra di robot in grado di sfidare i campioni umani della Coppa del Mondo, col tempo si è trasformato in un’ occasione concreta di confronto e sviluppo delle tecnologie emergenti. Nel panel dedicato alle sfide calcistiche i più temibili erano sicuramente gli asiatici- l’ anno scorso vinsero i giapponesi- ma anche i tedeschi sono sempre molto competitivi ».
Quindi i brasiliani non se la cavano bene come con il calcio classico? « Ottengono sempre ottimi risultati anche loro ma nel robot-soccer la lunga tradizione calcistica deve fondersi con quella manifatturiera: i brasiliani sono fortissimi nella prima, e ne sanno qualcosa meno nella seconda. Noi italiani le abbiamo entrambe e molto radicate. Il professore ci ha spiegato che l’ Italia è oggi il primo Paese europeo per numero di imprese“ system integrator” attive nei settori della robotica e dell’ automazione. Un primato che richiede continui investimenti e il consolidamento di una cultura tecnico-scientifica capace di dialogare con l’ industria, la ricerca e le politiche industriali ».
Tornando a RoboCup, com’ è strutturato il torneo? « Il tabellone è organizzato secondo il modello“ alla Svizzera”, con sorteggi del torneo in loco. Noi abbiamo gareggiato nella categoria lightWeight: il robot doveva essere largo massimo 22 cm e pesante massimo 1,4 kg. Mentre la categoria pesi massimi aveva meno limitazioni. Noi abbiamo scelto la ca-
tegoria light perché era più sfidante da un punto di vista meccanico. Avere dei limiti costringe anche allo studio dei materiali, oltre che della progettazione. I match prevedono sfide due contro due. Solitamente un robot gioca in attacco e uno in difesa. Ma ci sono varie tattiche di gioco. Il difensore si muove praticamente solo lateralmente davanti alla propria porta, come fosse un portiere, mentre l’ attaccante segue la palla e si orienta verso la porta avversaria. A livello visivo sono molto simili. In campo i robot comunicano tra loro in bluetooth per una coordinazione di base ».
E nella gara vince chi segna di più? Oppure c’ è dell’ altro? « Dieci minuti per tempo. Vince chi segna di più, ovviamente. Una volta posizionati i robot sul rettangolo verde inizia la partita. A volte la partita è molto equilibrata, altre finisce in goleada. I robot giocano in autonomia, noi interveniamo manualmente per riposizionarli dopo i gol. Oppure se il robot finisce fuori campo a seguito di scontri“ spalla a spalla”, che sono consentiti; ma se finisci fuori dalle righe del campo perché“ hai perso il contrasto”
Francesco D’ Angelo, Lorenzo Addario e Andrea Perrina sono i tre membri di Ikaro Team, la squadra di soccer-robot made in Italy, che ha rappresentato l’ Italia alla RoboCup 2025 www. techmec. it Ottobre 2025 55