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4chiacchiere con ...

L ’ ECONOMIA NAZIONALE PLAUDE ALL ’ ESTERO

di Davide Davò e Stefano Belviolandi - foto Carlo Anastasio
I DATI DI SETTORE RELATIVI ALL ’ EXPORT DI MACCHINARI PORTANO L ’ ITALIA A SUPERARE GERMANIA E FRANCIA . QUALI I MOTIVI DI QUESTO RISULTATO ? E COME VALUTA LE INIZIATIVE SUL RIALZO DEI TASSI DI INTERESSE VOLUTI DALL ’ EUROPA PER CONTRASTARE L ’ INFLAZIONE , ALLA LUCE DEGLI ANDAMENTI ECONOMICI DEGLI STATI DI CUI SOPRA ? « Nel 2022 il 16 % del totale manifatturiero italiano esportato nel mondo è costituito dai macchinari . Questo rappresenta il primo comparto e registra un tasso di crescita , rispetto al 2021 , superiore al 10 %. Negli ultimi quattro anni , comunque , le vendite all ’ estero di beni italiani sono cresciute complessivamente del 13,8 %, a prezzi costanti , nonostante la caduta subita nel 2020 . La performance italiana risulta nettamente migliore di quelle della Germania ( -2,0 %) e della Francia ( -4,7 %). Si è creata un ’ ampia forbice rispetto alle esportazioni tedesche e francesi , che nel 2022 si posizionano ancora sotto i livelli pre-Covid . Su questa performance molto positiva influiscono numerosi fattori , che hanno sostenuto la competitività dell ’ industria italiana in un contesto internazionale sempre più sfidante e incerto . Il primo da considerare è quello dell ’ avvenuta ricomposizione dimensionale , che ha comportato uno spostamento delle risorse verso le unità più efficienti , più produttive e più attive nei mercati esteri . Inoltre , ha determinato un aumento della quota di imprese esportatrici italiane pari al 22,8 % nel 2019 ( escludendo il 2020 a causa delle chiusure da Covid ). Tale quota è in calo in Germania , seppure essa rimanga su livelli più elevati ( 33,8 %), mentre è rimasta sostanzialmente stabile in Francia ( 11,2 %), dove è molto più bassa . L ’ industria italiana è integrata nelle filiere produttive internazionali in modo molto diversificato ( per prodotto e per geografia ), in particolare nei nodi a monte delle filiere come fornitrice di semilavorati di alta qualità . Diversificazione e flessibilità hanno permesso alle imprese italiane di subire relativamente di meno i colli di bottiglia e gli shock asimmetrici che hanno colpito le supply chain internazionali . La sovraperformance del manifatturiero italiano è spiegata anche dalla dinamica degli indicatori di competitività dell ’ export , sia quelli tradizionali di costo e prezzo , sia quelli che misurano i miglioramenti qualitativi dei beni esportati . Dal lato dei costi nel settore manifatturiero italiano si è registrata , almeno dal 2015 , una dinamica contenuta del costo del lavoro per unità di prodotto , con un ’ evoluzione favorevole rispetto agli altri Paesi europei e in particolare alla Germania . Allo stesso tempo è proseguito un trend di lungo periodo di ricomposizione intrasettoriale dell ’ export italiano su prodotti di qualità , a maggiore valore aggiunto . Quindi , l ’ export manifatturiero italiano è stato favorito da una ricomposizione qualitativa più rapida di quella tedesca e francese . Tuttavia , il contesto geoeconomico di riferimento è particolarmente sfidante per l ’ export italiano di macchinari , che si trovano di fronte a un rallentamento della domanda globale . I tassi di interesse elevati costituiscono , in particolare nei Paesi avanzati , una zavorra per la componente della domanda che maggiormente incide sull ’ export di beni strumentali , ovvero gli investimenti . Inoltre , la forte presenza dell ’ export italiano in alcuni merca-
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