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FORTE PROPENSIONE ALL’ EXPORT
di Ezio Zibetti ed Ernesto Imperio
DOTTOR BETTELLI, DAL LUGLIO 2023 LEI È PRESIDENTE DI FEDERMACCHINE, LA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI PRODUTTORI DI BENI STRUMENTALI, UN SETTORE SICURAMENTE TRA I PIÙ RILEVANTI PER L’ ECONOMIA NAZIONALE E TRA I PRINCIPALI PER L’ EXPORT ITALIANO, CONTRIBUENDO IN MODO SIGNIFICATIVO ALLA BILANCIA COMMERCIALE DEL PAESE. PUÒ DARCI UN SINTETICO PROFILO DELLA FEDERAZIONE? « Federmacchine rappresenta in Italia tutto il comparto dei beni strumentali, ovvero il mondo del machinery, i costruttori di macchine e impianti per l’ industria e per l’ artigianato. Si tratta di un comparto che ha raggiunto nel 2024 un valore di 53 miliardi di euro, dopo avere toccato il picco massimo di 57 miliardi nel 2023. Come evidenziato nella domanda, è un settore con una forte propensione all’ export: il 70 % del fatturato è destinato ai mercati esteri, con una bilancia commerciale estremamente positiva poiché la quota di meccanica strumentale importata è molto inferiore rispetto a quella esportata. Mi piace dire che siamo un po’ la spina dorsale del Made in Italy. Spesso si dà grande attenzione ai beni di consumo ad alta riconoscibilità, cioè quelli delle 3 A, Alimentare, Arredo, Automotive, ma dobbiamo ricordare che dietro ogni bene di consumo o bene durevole c’ è sempre un processo produttivo e, dietro quel processo, c’ è una macchina, un impianto, una tecnologia e, soprattutto, ci sono delle competenze. È grazie a queste competenze e tecnologie che il Made in Italy si afferma nel mondo. Contribuiamo per il 2,7-2,8 % al PIL nazionale e lo facciamo con un livello di riconoscibilità, anche se talvolta indiretta, attraverso i prodotti italiani che esportiamo ».
ALL’ INTERNO DI QUESTO SCENARIO CHE, COME CI HA APPENA DESCRITTO, NEGLI ULTIMI ANNI HA REGISTRATO DATI MOLTO POSITIVI, STIAMO VIVENDO UNA FASE PIÙ COMPLESSA. DAL SUO OSSERVATORIO PRIVILEGIATO, QUALI RITIENE SIANO LE CAUSE DI QUESTO RALLENTAMENTO? « Le cause sono ormai ben note anche a chi non è un addetto ai lavori. Vi sono diversi fattori economici globali in gioco: il PIL mondiale è in calo, c’ è stata una contrazione degli investimenti industriali e si è registrato un eccesso di produzione dopo il lockdown nei vari Paesi del mondo. Dopo la pandemia c’ è stata un’ ondata di euforia e una corsa alla sovrapproduzione per timore di nuove chiusure e interruzioni delle catene di approvvigionamento. Questo ha indotto le aziende a creare scorte eccessive per avere la disponibilità di merci da potere comunque esportare o fare arrivare al consumatore nell’ eventualità di una nuova situazione di emergenza. Purtroppo tali scorte sono risultate poi difficili da smaltire. Inoltre, ad appesantire la situazione c’ è stato un lungo periodo segnato da una politica monetaria restrittiva. Solo recentemente, almeno in Europa, si è assistito a una controtendenza, ma i tassi di interesse rimangono comunque elevati tenuto conto del contesto generale che vede in atto alcune crisi di carattere geopolitico ».
A QUALI CRISI FA RIFERIMENTO? « Oggi ci troviamo in un contesto molto complesso: la Germania, uno dei principali mercati di sbocco per il nostro settore, è in forte difficoltà economica e politica. E se per i tedeschi può essere una semplice frenata, per noi si può trasformare in un pesante problema. E ancora: la crisi del Mar Rosso ha aumentato i costi www. techmec. it Maggio 2025 77