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A rischio un terzo di esportazioni UE I dazi agiscono come una tassa sul consumatore nel Paese in cui vengono imposti. Causano ritorsioni, aumenti dei prezzi e disturbano le catene di approvvigionamento globali. I dazi riducono la concorrenza internazionale e danneggiano la crescita. L’ OCSE stima che la crescita globale si ridurrà quasi della metà, passando dal 2,8 % nel 2024 all’ 1,6 % nel 2026. Poiché i dazi aumentano i prezzi, le banche centrali potrebbero avere meno margine di manovra per rispondere al calo della crescita. Quali possono essere le conseguenze per l’ Europa? Sulla base di dati forniti dalla Commissione Europea e delle previsioni di alcune banche d’ affari, lo
PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI EXTRA UE27( A): SALDI IN MILIONI DI EURO DICEMBRE 2024
voratori e genera un export di oltre 180 miliardi di dollari. I consumatori vedranno sicuramente prezzi più alti, mentre i benefici per l’ industria non sono affatto sicuri. Secondo alcune stime, i prezzi medi dei veicoli aumenteranno da 5 a 10.000 dollari, mentre i produttori subiranno maggiori costi fino a 75 miliardi. Infine, imporre dazi su Canada e Messico rischia di compromettere l’ intero equilibrio commerciale nordamericano, incluse forniture strategiche di materie prime come nickel, uranio e petrolio. scenario peggiore vedrebbe un’ erosione del PIL europeo fino all’ 1,5 %, pari a circa 260 miliardi di euro, la BCE costretta a portare i tassi a zero, il crollo del cambio dell’ euro e un elevato rischio recessione. Negli ultimi anni il commercio europeo con gli Stati Uniti è cresciuto fino a circa 1.000 miliardi di euro in beni e servizi l’ anno. Gli USA sono diventati il principale mercato di esportazione dell’ Europa, mentre l’ export verso la Cina si è fermato. Nel 2023 l’ Unione Europea ha esportato oltre 502 miliardi di euro di beni negli Stati Uniti, circa il
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20 % dell’ export globale extra UE. I comparti più importanti sono macchinari e veicoli( 208 miliardi di euro), prodotti chimici( 137 miliardi di euro) e altri beni manifatturieri( 104 miliardi di euro). L’ Europa ha grandi eccedenze commerciali con gli Stati Uniti, 156 miliardi di euro nel 2023, a fronte di un deficit nei servizi di 104 miliardi di euro. Una tariffa generalizzata del 10 % o del 20 % renderebbe più costoso per le aziende statunitensi importare beni dell’ UE, mettendo a rischio fino a un terzo delle esportazioni europee in alcuni settori, come quelli dei macchinari industriali e dei prodotti chimici( che costituivano il 68 % delle esportazioni verso gli Stati Uniti nel 2023). Alcuni Paesi sarebbero più danneggiati; in particolare, secondo uno studio della banca olandese Abn Ambro, Germania e Paesi Bassi. La Germania, secondo uno studio dell’ Ifo( Institute for Economic Research), esporta circa il 7 % del suo intero valore aggiunto manifatturiero negli Stati Uniti, ma importa solo lo 0,8 % del valore aggiunto del settore manifatturiero statunitense. Il comparto più penalizzato sarebbe l’ automotive, già in crisi per cause strutturali e di mercato. Le Case automobilistiche tedesche esportano negli Stati Uniti complessivamente circa 1,4 milioni di veicoli. Quanto all’ Italia, gli USA sono il secondo mercato di sbocco: valgono oltre il 10 % delle esportazioni complessive, oltre 69 miliardi di euro nel 2023. Sebbene nel 24, secondo i recenti dati Istat, vi sia stato un calo del 3,7 %, il mercato nordamericano rimane strategico per molti comparti chiave del Made in Italy come la meccanica, l’ agroalimentare, la farmaceutica. È la destinazione di quasi il 20 % dei veicoli prodotti in Italia, del 16 % dei prodotti farmaceutici e biomedicali, del 12 % dei macchinari e dei prodotti alimentari. Con i dazi al 10 % le perdite di export sarebbero almeno 3 miliardi; con dazi al 20 % arriverebbero dai 6 ai 10, e il calo delle esportazioni potrebbe sfiorare il 17 %. Il rischio dazi viene aggravato dalla preoccupante debolezza dei mer- www. techmec. it Maggio 2025 37