Tecnologie Meccaniche Maggio 2025 | Page 119

GARANTIRE PROGRAMMI DI INVESTIMENTO PIÙ LONGEVI E PIÙ SEMPLICI È LA CHIAVE PER DARE ALLE AZIENDE LA POSSIBILITÀ DI INVESTIRE CON MAGGIORE TRANQUILLITÀ

’ ultima parola di Davide Davò

L’ ECONOMIA PAGA DAZIO

GARANTIRE PROGRAMMI DI INVESTIMENTO PIÙ LONGEVI E PIÙ SEMPLICI È LA CHIAVE PER DARE ALLE AZIENDE LA POSSIBILITÀ DI INVESTIRE CON MAGGIORE TRANQUILLITÀ

Argomento del giorno da ormai diverse settimane è la questione dazi, sulla quale intendo limitarmi a fare una riflessione sull’ impatto che può avere una comunicazione gestita con le modalità statunitensi sulla fragile fiducia dei mercati e, più nel dettaglio, sulle strategie delle imprese. In un mercato globale sempre più dinamico e instabile, infatti, prima ancora delle azioni sono le parole a generare reazioni molto forti. Basti pensare all’ altalena di“ emozioni” che ha visto le borse perdere e recuperare migliaia di miliardi nel giro di pochi giorni, sull’ onda dell’ annuncio e del quasi immediato congelamento dei dazi, nella speranza che tra quando scrivo questo editoriale e il moneto in cui lo leggerete non sia successo altro, anche se ormai bisogna essere pronti a tutto. Questo terremoto rappresenta un’ ulteriore conferma di qualcosa che già da alcuni anni abbiamo iniziato a vedere, ovvero che la globalizzazione così come è nata sta diventando difficile da sostenere. Un passo indietro non è più possibile, ovviamente, ma potrebbe essere utile rivedere la grande sfida del mercato mondiale ridisegnandola come una sfida su tre livelli: globale, continentale e nazionale. L’ approccio a nuovi mercati è senza dubbio un fattore che garantirebbe maggiore stabilità. Iniziative come quelle intraprese da Ucimu per creare reti d’ impresa in Paesi quali India, Vietnam e Messico possono essere senza dubbio un primo passo in tale direzione. Non va però trascurato il mercato europeo, che può offrire molteplici opportunità. Da un lato va sfruttato per agevolare e intensificare i rapporti tra i singoli Paesi, aiutando soprattutto le realtà più piccole e meno strutturate che continuano a preferire mercati più vicini. Dall’ altro lato dovrebbe diventare l’ occasione per sviluppare filiere a livello continentale che permettano di arrivare sul mercato globale lottando ad armi pari con le grandi potenze a livello mondiale. Prendendo come esempio il mondo dell’ automotive, potremmo dire che sarebbe utile agevolare gli scambi tra OEM e tier1 di diversi Paesi per favorire lo sviluppo tecnologico delle realtà locali, arrivando al contempo alla produzione di vetture europee competitive anche a livello di prezzo su scala internazionale. Mi rendo conto che è un pensiero banale, ma se nel 2024 tra le 10 vetture più vendute al mondo figura anche un’ auto cinese e se nel mercato europeo iniziano a farsi vedere, seppure con solo poche decine di migliaia di unità, forse è proprio vero che qualcosa sta cambiando e di conseguenza qualcosa deve cambiare. Non dobbiamo poi dimenticarci del mercato interno: garantire programmi di investimento più longevi e più semplici è la chiave per dare alle aziende la possibilità di investire con maggiore tranquillità. E la tranquillità è un fattore imprescindibile per affrontare un mercato dove basta un annuncio per bruciare miliardi di euro in poche ore.
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