Tecnologie Meccaniche Giugno 2025 | Page 115

Per i costruttori la possibilità di offrire servizi aggiuntivi non solo aumenta la fidelizzazione dei clienti, ma crea anche nuove fonti di reddito ricorrente

Negli ultimi anni il settore delle macchine utensili e, in generale, quello delle macchine industriali ha intrapreso un percorso di profondo cambiamento, guidato dalla trasformazione digitale in atto da diversi anni e dal conseguente processo di servitizzazione. Quest’ ultimo non si limita a un semplice aggiornamento tecnologico, ma rappresenta un cambiamento di paradigma che offre nuove prospettive, sia per i costruttori sia per gli utilizzatori. La servitizzazione consente ai costruttori di passare da un modello di business tradizionale, incentrato sulla vendita di macchinari, a un approccio più integrato e orientato ai servizi, secondo un’ offerta di soluzioni personalizzate e supportate con continuità. Al tempo stesso tali soluzioni migliorano l’ esperienza dei clienti, aumentando la loro fidelizzazione e differenziandosi dalla concorrenza con un’ offerta di servizi e funzionalità ad alto valore aggiunto. Questa strategia non solo consente ai costruttori di offrire valore, ma abilita

Con la servitizzazione gli utilizzatori possono beneficiare di una maggiore efficienza operativa, riducendo i tempi di inattività e ottimizzando le prestazioni dei macchinari
anche i clienti a sviluppare nuovi modelli di business lungo l’ intera catena del valore. I significativi vantaggi che la servitizzazione determina non possono che incoraggiare tutti gli attori della filiera produttiva nell’ investire in nuove tecnologie e competenze avanzate.
Verso l’ integrazione di prodotto e servizi Di questi temi si è parlato con il professor Marco Taisch, ordinario di Digital Manufacturing al Politecnico di Milano ed esperto di processi di innovazione industriale, che la redazione di Tecnologie Meccaniche ha intervistato per conoscere più in dettaglio quali sono le opportunità e le sfide legate al processo di servitizzazione che sta coinvolgendo il comparto dei beni strumentali. « Non si può parlare di servitizzazione- esordisce Taisch- senza analizzare il livello di diffusione della trasformazione digitale in atto, cioè il processo legato all’ adozione di tecnologie digitali che può riguardare aziende, servizi pubblici e la società in generale. Personalmente credo che siamo ancora in uno stadio in cui la diffusione è a macchia di leopardo, con distinzioni tra settore e settore. Certamente siamo molto
più avanti rispetto ai primi anni in cui abbiamo iniziato a parlare di Industria 4.0; mi riferisco cioè a 10-12 anni fa, quando trasformazione digitale era un’ espressione assolutamente sconosciuta alla maggior parte delle aziende. Devo dire che negli ultimi sei mesi, con mio grande piacere, ho avuto modo di interagire con molte piccole imprese, e sottolineo piccole, che hanno decisamente iniziato a investire nell’ adozione di queste tecnologie digitali. Questo senza dubbio è un ottimo segnale che sottolinea la consapevolezza di quella parte del tessuto industriale nazionale che di fatto genera il PIL, sull’ importanza della digitalizzazione del comparto manifatturiero ». Tuttavia, questa transizione digitale e la conseguente implementazione del processo di servitizzazione non sono prive di sfide. Da una parte, gli utilizzatori devono adattarsi a nuovi modelli di acquisto e utilizzo dei macchinari, connessi tra loro e integrati nel sistema aziendale e, al tempo stesso, devono attivare forme più strette di collaborazione con i fornitori e devono avere una comprensione più profonda delle tecnologie digitali. Dall’ altra parte, i costruttori di macchine utensili devono affrontare la necessità di www. techmec. it Giugno 2025 115