TecnoLamiera Giu/Lug 2024 | Page 19

Economia

Negli ultimi mesi la bolletta elettrica , sia per le famiglie che per le imprese , è scesa in misura significativa , anche se ancora a livelli quasi doppi rispetto all ’ estate 2022 , prima dell ’ impennata che ha preceduto e seguito la guerra in Ucraina . Il merito è quasi tutto del gas , che nonostante l ’ aumento del disordine internazionale continua ad affluire in Europa da un mix di fornitori che hanno sostituito gran parte del gas russo , mentre il prezzo del petrolio continua a rimanere su livelli più alti . Ma se il prezzo del gas scende non è dovuto solo all ’ abbondanza e disponibilità contingente dell ’ offerta , quanto alla riduzione della domanda . Le industrie europee , che sono i maggiori consumatori di energia - e fra esse in particolare quelle dei comparti della metallurgia - ne consumano meno perché dopo la vivace ripresa post Covid l ’ attività produttiva , già a partire dal 2022 e per tutto lo scorso anno , ha rallentato sensibilmente . Secondo l ’ AIE ( Agenzia Internazionale dell ’ Energia ), il calo del consumo di energia elettrica in Europa è stato del 3,1 % nel 2022 seguito da un – 3,2 % nel 2023 . Una situazione definita dall ’ AIE come “ un declino di proporzioni storiche ”. I consumi industriali europei sono calati del 6 % circa in ciascuno dei due anni scorsi . L ’ AIE parla di “ segnali di distruzione permanente della domanda , specie nei settori energy intensive della chimica e della produzione primaria di metalli ”. Nonostante il rischio di deindustrializzazione che morde la struttura produttiva europea finora la temuta recessione non si è concretizzata , Germania a parte . Ma lo si è dovuto più alla tenuta dei servizi che all ’ industria manifatturiera . E mentre da un lato i prezzi bassi dell ’ energia assicurano un momentaneo sollievo , dall ’ altro ci si chiede con un po ’ di apprensione quanto questa situazione di bonaccia sia destinata a durare . Sul futuro non ci sono grandi certezze , si tratta di un mercato che regolarmente smentisce i tentativi di prevederne l ’ andamento . L ’ unico approccio ragionevole è cercare di individuare i fattori che possono influenzare l ’ evoluzione dei prezzi . Ma , fatto questo , calcolare le probabilità che tali fattori si verifichino e in che misura è materia più affine alle scommesse sulle corse dei cavalli che alle scienze economiche . Il primo fattore è costituito dalla domanda , come visto sopra . Negli ultimi tre mesi del 2023 la contrazione dei consumi si è fermata e il 2024 potrebbe essere l ’ anno di una graduale risalita : l ’ AIE per la UE si aspetta un recupero del 2,3 % nei prossimi tre anni , a patto che l ’ e- conomia riparta . Ma il ritorno ai livelli del 2021 non ci sarà prima del 2026 . E forse non sarà l ’ industria tradizionale a trainare la ripresa quanto lo sviluppo dell ’ intelligenza artificiale e dei data center a essa necessari , che diventano sempre più numerosi , potenti e voraci di energia . Secondo le stime AIE i consumi elettrici mondiali dei centri di calcolo potrebbero più che raddoppiare in tre anni , quasi eguagliando l ’ intero fabbisogno elettrico del Giappone . In Europa i data center potrebbero incrementare i consumi del 30 % tra il 2023 e il 2026 , arrivando a rappresentare più del 5 % del totale . L ’ industria europea , viceversa , probabilmente ridurrà ulteriormente i consumi . Per due ragioni : da un lato la dura selezione darwiniana dello scorso biennio , che ha visto la chiusura irreversibile di molti impianti soprattutto nel settore energivoro della metallurgia ; dall ’ altro , la corsa all ’ efficientamento e all ’ a- dozione di tecnologie green . D ’ altra parte , se in assoluto il prezzo dell ’ energia elettrica è calato , per le imprese europee è ancora circa il doppio di quanto pagano i concorrenti basati negli Stati Uniti e in Cina . Infatti , i consumi globali sono cresciuti anche nel 2023 (+ 2,2 %) e secondo l ’ AIE nel periodo 2024-26 potrebbero crescere mediamente del 3,4 % l ’ anno . Il secondo fattore è l ’ offerta , dove le variabili in gioco sono molto più numerose e il livello di incertezza molto elevato . Nel mondo c ’ è grande abbondanza di gas naturale , come dimostrato dalla rapidità della sostituzione del gas russo con fornitori alternativi . Tuttavia , sarebbe bene tenere presente che quasi tutti questi fornitori si trovano in aree politicamente instabili e / o vicine a teatri di guerra quindi la variabile geopolitica potrebbe riservare , se le cose si complicano , qualche sgradevole “ cigno nero ”. Quello del petrolio è un mercato ancora più complicato , dove agli umori e ai giochi politici dei Paesi produttori si sommano anche le conseguenze della stasi quasi decennale degli investimenti in nuovi giacimenti . Il che

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