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LOAT H E
WHITE EDITION
rei Meshuggah, The 1975, Drab Majesty, Coco Bryce,
Harrison BDP, Kedr Livanskiy, Silent Hill, oltre a
tantissime interpretazioni di pianoforte inserite in
colonne sonore di videogiochi (Nier, Final Fantasy,
Kingdom Hearts, per citarne alcuni). Infine, tanto
jazz e house/garage music.
tazione, ma ovviamente abbiamo le nostre idee per-
sonali, i nostri sentimenti e pensieri dietro ciascuna
traccia.
– Quali passi – e in quale direzione – ti sen-
ti di aver preso con questa uscita discografica,
rispetto alle precedenti release della vostra di-
scografia?
– Fin dal vostro esordio avete lavorato con
SharpTone Records. Quali sono le band che pre-
ferisci del suo roster? Quali sono le tue opinioni
circa la collaborazione con un’etichetta così gio-
vane?
Di sicuro siamo andati in una direzione meno heavy,
avendo introdotto elementi differenti per i nostri
ascoltatori. Quello a cui miravamo era rendere tutto
ancora più ampio e nuovo; questo è ciò che vogliamo
continuare a fare ogni volta che concepiremo un nuo-
vo lavoro: sarà tutta una questione di scelte.
Tra le mie band preferite all’interno dell’etichetta,
sceglierei Emmure, Crystal Lake e Holding Absence; i
componenti delle ultime due band che ho citato sono
nostri amici, persone davvero speciali. Per quanto ri-
guarda SharpTone beh, ci hanno fatti crescere e tirati
su quando eravamo ancora dei ragazzini e siamo dav-
vero grati a tutto il team di questa etichetta per quello
che fanno per noi.
– Ora è il tuo turno di suggerire qualche band di
Liverpool ai nostri lettori: parlaci dei tuoi artisti
preferiti attualmente in circolazione.
Sicuramente i God Complex, una band con la quale
abbiamo avuto il piacere di fare delle date in occa-
sione del release tour del nostro album. Una band di
amici e un gruppo pazzesco che non promuoverò mai
abbastanza. Per quanto riguarda la mia città, su due
piedi non mi viene in mente nulla, ma posso suggeri-
re un’altra band di amici, gli Static Dress. Hanno già
fatto uscire dell’ottimo materiale e sono una di quelle
band da tenere d’occhio nei prossimi mesi.
– La maggior parte della formazione dei Loathe
canta e suona: come si è sviluppato l’approccio
alla scrittura del nuovo album? Non deve essere
semplice lavorare su diversi stili vocali all’interno
dello stesso album e delle stesse tracce.
Abbiamo fatto tutti piccole parti all’interno del full
lenght. Personalmente, ho scritto una parte del testo
di Aggressive Evolution mantenendo il pensiero che
stavamo portando avanti per quella specifica trac-
cia. Con questo album abbiamo provato a raccontare
tante piccole storie che fossero nello stesso univer-
so. Tutti noi abbiamo inserito qualcosa di personale
in ogni canzone.
– Recentemente, avete scelto di spiegare il si-
gnificato di ogni brano di I Let It In And It Took
Everything sulla vostra pagina Facebook. Qual è,
secondo te, la traccia più interessante a livello di
contenuti?
Direi la title track. Per me non è solo una canzone,
quanto piuttosto un’esperienza a tuttotondo nella
quale entri fin dai primi secondi e ne esci dalla par-
te opposta con ciò che tu decidi di portarti appresso.
Questo è ciò che davvero mi piace di questo brano. Ci
piace tutto ciò che possa essere lasciato all’interpre-
TBA
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