TBA The White Edition - Issue #03 | Page 20

3 FOUR YEAR STRONG WHITE EDITION – Brain Pain mostra i vari aspetti del vostro sound, spaziando da genere a genere. Pensi che sia importante per una band cercare di offrire un range variopinto di canzoni in un disco? mo vivendo? Il feedback ricevuto per Brain Pain è stato fantastico. Ci abbiamo messo tutti noi stessi e siamo stati vera- mente contenti che le persone abbiano reagito come ci aspettavamo. Ovviamente vorremmo essere là fuo- ri in tour a suonare le nuove canzoni alle persone, ma comunque sono contento che sia uscito ora, così che le persone se lo possano gustare in tutta sicurezza, nelle loro case, affrontando la bizzarra situazione in cui sta vivendo tutto il mondo al momento. Penso che sia molto importante, e che fosse uno de- gli obiettivi principali di Brain Pain. Ci sono tante in- fluenze musicali in questo disco, che spaziano tra sva- riati generi e stili, quindi volevamo poter incorporare quanto più possibile, in un album che però suonasse come i Four Year Strong. È stata una sfida, ma una sfi- da divertente. Unire tutti i pezzi che rendono i Four Year Strong ciò che sono è stato complicato da otte- nere. Ci siamo sempre sentiti come quelli che le per- sone definivano “pop punk con qualche breakdown”, ma sapevamo di poter offrire molto più che solo quel- lo. Quindi come farlo senza sembrare una band del tutto diversa? Brain Pain è stato il nostro modo di af- frontare questo concetto, e sono molto contento di come sia uscito. – Avete deciso di lavorare con Will Putney, un producer che ha collaborato su diversi al- bum dalle sonorità più heavy, di band come i Knocked Loose. Come mai avete scelto un pro- ducer abituato a un genere più “cattivo” rispet- to al vostro? In realtà abbiamo già lavorato con Will in passato, ma ai tempi era più un assistente ingegnere al produ- cer. Lo abbiamo conosciuto bene con Enemy of The World e Explains It All. Will è un grande e le sue cose sono veramente forti, sta spaccando. Sì, lavora con band più heavy, ma noi sapevamo bene di cosa era ca- pace e di come si sarebbe relazionato a un sound più melodico come il nostro. Ci piacciono i suoi suoni, e abbiamo pensato fosse perfetto per Brain Pain. In più volevamo lavorare con qualcuno con cui ci troviamo a – Cercate sempre di sperimentare nuovi sound per la band, ma questa necessità di cambia- mento viene mai messa in discussione? Ci sono stati momenti in cui avete pensato “facciamo un passo indietro”? Magari guidati dalla paura di cosa avrebbero pensato le persone dei rele- ase futuri. C’è sempre da discutere quando dobbiamo scrivere musica. Dan e io parliamo spesso di come vorremmo fosse la nostra musica. In modo più preciso parliamo di come vogliamo che chi ascolta si senta quando met- te su la nostra musica. Il concetto dietro Brain Pain ha girato per mesi prima che una singola nota venis- se scritta. Tutto è iniziato nel 2017, quando stavamo facendo il tour dei dieci anni di Rise Or Die Trying. Abbiamo viaggiato molto quell’anno e quando suona- vamo quei pezzi, scritti da più giovani, ci ha divertito molto. Ma in quel momento abbiamo capito che vo- levamo iniziare a scrivere musica che parlasse di chi siamo noi ora. – Sicuramente non si potranno fare tour per un po’, ma comunque il vostro nuovo album Brain Pain è disponibile allo streaming su diverse piattaforme. Le persone sono a casa e stanno ascoltando i vostri brani. Che feedback state ricevendo, al di là dei tempi surreali in cui stia- TBA | 20