TBA The Red Edition - Issue #02 | Page 61

2 RED EDITION TO THE... OSCARS! Seguendo il filone dei film che hanno al loro interno più e più generi, passiamo al dolceamaro Jojo Rabbit, per il quale Taika Watiti si è guadagnato un Oscar come Miglior Sceneggiatura Non Originale. La pre- messa che vi dovrebbe far innamorare di questo film è che il regista, oltre a essere un maori, è ebreo, e ha deciso di interpretare un Adolf Hitler frutto dell’im- maginazione di un bambino nazista. Potrei anche fi- nire qui il mio discorso. E invece no, perché Jojo Rabbit ha tanto da dire. An- che qui ci troviamo di fronte a una commedia che sfo- cia nello storico, con tanta fantasia ovviamente, e nel drammatico. Come vive il nazismo un bambino tede- sco nato negli anni Trenta? Taika Watiti, con il sup- porto del romanzo Come semi d’autunno di Christine Leunens, ha voluto immaginarsi un giovane bambino il cui migliore amico è una versione immaginaria di Hitler, che gli dà forza e lo supporta nelle sue deci- sioni. Il caos più totale si manifesta nella mente del ragazzo quando scopre tuttavia che la madre dà ri- fugio a una ragazza di religione ebraica. Cosa pensa di questa cosa il führer? Che bisogna assolutamente denunciarla alle SS! Ogni aspetto della politica tedesca di quei tempi è raccontata in maniera del tutto ironica, per demoniz- zare le terribili azioni che in un passato questa realtà ha messo in moto. Infatti non tutti potrebbero ap- prezzare che si tratti in questo modo un fatto storico così ripugnante, ma spesso la miglior arma è proprio l’ironia e la risata. Questo vuole fare Jojo Rabbit, an- che quando inserisce nella sua divertente colonna sonora brani dei The Beatles e di David Bowie, che niente hanno mai avuto a che vedere con il nazismo, anzi, nelle loro versioni in lingua tedesca. Un ultimo punto poi lega queste due pellicole e in particolare i loro due registi. Infatti dopo aver rice- vuto le proprie statuette sia Taika Watiti che Bong Joon-ho, hanno deciso di utilizzarle in maniera poco ortodossa. Il primo ha nascosto immediatamente l’Oscar sotto il sedile davanti a lui, su cui era seduta Scarlett Johansson, per non doverla tenere in mano per tutta la durata della cerimonia. Ringraziamo l’at- trice Brie Larson per aver testimoniato la simpatica vicenda. Mentre il secondo regista, mosso dall’emo- zione di aver vinto diverse statuette, ha ben pensato di farle baciare come si faceva con le Barbie in gran segreto. Che dire? Vi vogliamo molto bene. TBA | 61