TBA The Red Edition - Issue #02 | Page 29

2 RED EDITION GAZEBO PENGUINS – Ciao ragazzi! Qualche settimana fa avete suonato al comple- anno della vostra etichetta. 15 anni di To Lose La Track, 15 anni vostri, farete 15 date e 15 canzoni in scaletta, quando 15 anni fa avevamo 15 anni in meno. Il 15 ha sempre fatto parte della storia dei Gazebo o possiamo dire che è tutto frutto del de- stino che vi ha portato qui? – Capra, tu gestisci la tua attività a Rocca Mala- tina, nell’Appennino modenese, capita spesso che dei fans vengano a mangiare da te per poterti in- contrare? Com’è stato passare dall’abitare da un paese di pianura come Correggio all’isolamento della montagna? Ti manca a volte la tua Correg- gio? Precisazione obbligatoria: sono solo un aiutante, Al- toforno è una creatura di Agnese, mia moglie. Però diciamo che sono più là che a casa. E quando sono là capita che vengano a trovarci fan dei Penguins, e devo dire che la cosa mi lascia piuttosto basito, e spesso pure a disagio. Come un incontro fuori contesto, che non riesco bene a capire. Troppe pare, probabilmen- te. Andare in montagna è stata comunque una delle scel- te più azzeccate della mia vita. Non riuscirei a veder- mi da nessun’altra parte. Come un habitat che ho co- vato pian piano, germogliato in profondità, che ad un certo punto doveva sbocciare. Di Correggio ho bellissimi ricordi, ma nessuna no- stalgia. Diciamo che, una volta che scrivi un pezzo in cui par- li dei 15 anni passati da quando avevi 15 anni, ti viene da domandarti se 15 anni dopo i 15 anni dopo i 15 anni sarai ancora lì a fare canzoni e suonarle davanti a per- sone che ti sono venute a sentire. Poi succede che ca- sca l’anno 2020 e ci viene in mente che nel frattempo 15 anni sono passati, sì, ma da quando davanti a una stalla adibita a sala prove in via Campagnola a Cor- reggio abbiamo deciso di fare una band. Questa band. E allora ci pareva il caso, per il momento, di festeggia- re questi, di 15 anni, di vita assieme. Che comunque, non sono proprio uno sputo dai. – Le vostre canzoni hanno nei testi immagini niti- de che si stampano nella mente degli ascoltatori. L’argomento ricorrente è la “provincia”. Quanto e come vive in provincia influisce sulle vostre can- zoni? – Com’è cambiato il songwriting e il modo di vive- re la band negli anni? Come scriviamo i pezzi non è cambiato così radical- mente negli anni, se non per tutte quelle facilitazioni che magari arrivano dal poter registrare robe in casa, condividere, ascoltare le robe degli altri senza do- versi per forza beccare di persona, e via. Ci troviamo più o meno con la stessa regolarità o irregolarità di 10 anni fa, va a periodi, a volte siamo bravi altre volte ci lasciamo andare. Ma chiaramente le vite si allungano e volentieri si complicano, e se sulla musica non tieni costantemente il dito premuto, come nelle tapparel- le elettriche, non appena lo togli tutto si ferma. Cosa che ci è capitata, e allora ci vuole il triplo dell’energia per riallacciare tutto, ripartire, e aprire di nuovo la fi- nestra. Per ora procede. Personalmente non ho molti altri metri di paragone. Ho vissuto poco in città e me ne sono andato piutto- sto alla svelta. È un po’ come chiedermi: cosa si pro- va ad avere due gambe e un culo? Non lo so di preci- so, li ho sempre avuti - e credo che non vorrei farne a meno. Forse è la stessa cosa della provincia. Tutto quello che ti gira attorno influisce sulle cose che scri- vi. Ma anche quello che non ti gira attorno, che leggi on line, che ti raccontano. Anche quello che non ti ca- pita in provincia influisce su quello che scrivi. Tutto quello che è assente, in provincia, influisce. Ho vissuto praticamente tutta la vita senza mai pre- occuparmi di trovare parcheggio davanti a casa. Que- sto sicuramente influisce. Non so in che modo ma ne sono quasi sicuro. – Avete visto un’evoluzione nel vostro pubblico? I fan degli inizi vi seguono ancora? Vedete sotto palco o nei feedback social nuove generazioni di adolescenti che ascoltano Legna e reagiscono nello stesso modo in cui fu accolto quando uscii? – I Gazebo hanno iniziato la loro carriera cantan- do in inglese. Chi e come ha proposto il passaggio all’italiano? È stato Ivan. TBA | 29