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RED EDITION
W H AT W E LO S T
– I gruppi italiani hanno da sempre incontrato più
difficoltà rispetto ai gruppi inglesi/americani per
affermarsi nel panorama musicale. Quanto i so-
cial e le piattaforme di streaming hanno aiutato i
gruppi e voi nello specifico a oltrepassare i confini
e portare la musica anche all’estero?
possa essere più utile per portare la band verso
un’altra direzione?
Economicamente parlando, è chiaramente un enor-
me aiuto. Dal punto di vista delle tempistiche anche.
In generale siamo abbastanza soddisfatti dei lavori
che riusciamo a produrre DIY. Nulla toglie che siamo
apertissimi alle collaborazioni!
Certamente hanno aiutato moltissimo, grazie alle
sponsor e allo stesso Dreambound. Il limite geografi-
co però, resta presente ed è davvero difficile da valica-
re restando in Italia.
– Siete una band ormai da più di cinque anni e
avete all’attivo diversi singoli ed EP, tra quanto
dobbiamo aspettarci il vostro album di debutto?
– Siete molto per la filosofia del DIY, infatti le vo-
stre grafiche e i vostri video sono stati fatti qua-
si tutti da alcuni vostri membri. Quali sono i punti
di forza di tenere la direzione artistica interna al
gruppo? Non pensate mai che un occhio esterno
TBA
Dopo l’uscita dell’EP vorremmo concentrarci unica-
mente a scrivere e organizzare le prime uscite all’este-
ro. Quindi chissà...
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