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RED EDITION
THE MENZINGERS
un disco in uscita. Quindi è stato divertente pubbli-
care e non avere il pensiero pressante di capire come
è stato percepito dal pubblico e tutte quelle cose lì.
Ovviamente noi proviamo sempre a essere eccellenti
in tutto quello che facciamo se possiamo, ma questo
è stato proprio un modo per fare qualcosa che fosse
meno pesante per noi.
– Hello Exile sembra marcare un passaggio da
After the Party a qualcosa che riflette maggior-
mente tutta la vostra discografia, con più elemen-
ti simili a dischi come Rented World per esempio.
Sembra meno noncurante per certi versi e molto
più introspettivo.
Tom: Penso che si possa dire che è più introspettivo,
anche se già gli altri lo erano abbastanza, più che al-
tro è più incentrato sulle relazioni che abbiamo con
il mondo attorno a noi, mentre After the Party era più
un’osservazione di tutto quello che succedeva ovun-
que, e penso che invecchiando molte cose nelle no-
stre vite sono cambiate dopo After the Party; il mondo
è andato avanti sempre più veloce, noi abbiamo cer-
cato di andare più a fondo e capire come ci relazionia-
mo con il mondo.
– Le vostre canzoni hanno sempre avuto un sen-
timento di nostalgia e onestà, al di là dell’accura-
tezza dei fatti, se fossero esperienze personali o
storie inventate. Avete mai avuto il timore di per-
dere questo sentimento raccontando storie non
vissute in prima persona?
Tom: Bella domanda. Non mi sono mai sentito spa-
ventato di perdere quel sentimento. C’è stato un mo-
mento nella nostra carriera nel quale pensavo che
per raccontare una storia in una canzone in prima
persona era necessario che quella persona l’avesse
vissuta. Ma ora penso che sia come scrivere un libro,
una storia, la persona che narra la storia lo fa in prima
persona e descrive l’esperienza che sta passando solo
come un modo per articolare meglio qualcosa che ha
vissuto. Molte delle mie canzoni e storie e libri prefe-
riti non sono racconti di esperienze dirette, si usa la
finzione per essere in grado di raccontare una storia,
ed è così andando a ritroso: i nostri romanzi preferi-
ti, tutto il mondo dei testi religiosi, usiamo questi ar-
chetipi che ci permettono di descrivere il mondo per
noi.
– Avete pubblicato delle canzoni tra i due dischi
che sono rimaste solo dei singoli, erano state pen-
sate per esserlo?
Joe: Sì, erano pensate per essere solamente dei sin-
goli. Stavamo scrivendo e avevamo pronte quelle, ma
era troppo presto per pubblicare un album, quindi le
abbiamo fatte uscire così. In altri generi molti artisti
adesso fanno la cosa di pubblicare solo singoli e non
album, e per noi questa è stata un po’ una prova.
Tom: È stato anche più divertente per noi, abbiamo
potuto suonare materiale nuovo senza dover aspetta-
re l’uscita di un disco, è stato un modo per mantenere
le persone interessate in un momento in cui non ave-
vamo ancora un disco pronto, avevamo due canzoni
e le abbiamo pubblicate. Ci sono state anche altre
due canzoni che sono uscite come b-sides di After the
Party, No Penance e Cemetery’s Garden, che avevamo
registrato insieme al disco e ne erano rimaste fuori.
– C’è una canzone in Hello Exile che pensava-
te sarebbe stata una hit e non ce l’ha fatta? O al
contrario che non vi aspettavate ma ha riscosso
molto successo?
Joe: Siamo ancora al punto che stiamo presentando
le canzoni live per vedere quali funzionano e quali no,
questo è solo il secondo tour per Hello Exile, quindi
stiamo ancora capendo.
Tom: Io pensavo che Strain Your Memory sarebbe an-
data meglio, immaginavo sarebbe stata una hit, ma
mi sto rendendo conto che sta prendendo popolarità
con il tempo man mano che la suoniamo, sta crescen-
do pian piano, non è stata una cosa immediata. Quan-
do l’abbiamo scritta nella mia testa pensavo “questa
ha tutti gli elementi che servono per essere la canzo-
ne incredibile che vogliamo, racconta una storia bel-
– È anche un modo per concentrarsi a far meno
ma meglio? Nel senso, piuttosto che affrettare il
percorso che porta a un album completo, fare dei
singoli vi permette di dare il massimo concentran-
dovi su una cosa sola?
Tom: Pubblicare i singoli toglie un po’ la pressione
che hai nel fare un disco intero, è più divertente e ri-
usciamo a mettere più energia e intenzione quando
lo facciamo. Pubblicando Toy Soldier e The Freaks
non c’era così tanto in gioco come quando abbiamo
TBA
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