TBA The Green Edition - Issue #01 | Page 65

1 GREEN EDITION THROWBACK canzoni in modo diverso, abbiamo due membri della band che non c’erano quando abbiamo fatto il disco, Elliot è ora il nostro batterista, Tyler suona il basso, Nick suona la chitarra e non più il basso, abbiamo de- ciso di andare in studio un paio di giorni e farlo come ce lo sentiamo ora, ho cambiato alcuni testi, qualcu- no ha aggiunto parti di chitarra, è una versione più attuale. più di dargli troppo credito, perché più o meno ogni sei mesi dice qualcosa di così terribile che ti mette in imbarazzo. Continuano a piacermi i The Smiths, ma non mi trovo così invogliato ad ascoltarli, se partono non corro a spegnere comunque. E Leonard Cohen è diventato una luce guida molto più di lui negli ultimi dieci anni. E ho cambiato il testo su Ian Curtis perché al tempo pensavo fosse perspicace, con “you left me hanging”, ma invecchiando mi sono reso conto che non è diver- tente fare una battuta sulla morte di qualcuno, qual- cuno ha perso un padre, chi sono io per scherzarci sopra? Non era intenzionalmente una cosa cattiva, ma non era proprio la cosa più bella da fare, quindi mi sono sentito di cambiare quel pezzo per migliorare un po’ la qualità rispecchiando chi siamo ora. – Ora lo state suonando per intero, è in qualche modo diverso suonarlo tutto ora? È divertente. Non so mai quanto è stato rilevante in ogni posto in cui andiamo e come sarà preso dal pub- blico, magari solo 5 persone stasera saranno felici di sentirlo, ma poi dopo quei 20 minuti facciamo molti altri pezzi. Una grande lezione che ho imparato in tour è stato capire che culturalmente in stati diversi il pubbli- co risponde in modi diversi. Non devo far entrare in gioco troppo il mio ego, le persone allo show hanno pagato per esserci, vogliono essere qua per quanto io possa pensare che non sia così. Quando abbiamo portato questo tour negli Stati Uni- ti pensavo che non importasse davvero a nessuno, poi vedere invece la reazione delle persone alle qua- li davvero importava di quelle canzoni, alcune delle quali non facevamo da anni, mi ha scaldato il cuore e mi ha fatto sentire davvero bene riguardo questa cosa, perché quasi sembra di trarre vantaggio dalla coincidenza dell’anniversario senza che sia davvero importante, e non sembra genuino, ma è stato bello, sono molto felice di quello che stiamo facendo. – Come mai avete deciso di includere sia la nuova che la vecchia versione del disco in vinile nell’edizione limitata uscita quest’anno? Per fare avere sia la storia originale, sia quella nuova. Se qualcuno non aveva il nostro primo disco in vinile, ora lo ha e ha anche quello nuovo. – In questa edizione limitata c’è anche appunto un libro, è sempre bello vedere una band aprirsi anche oltre la musica, dare l’opportunità ai fan di vedere di più, di completare in qualche modo l’esperienza che non si limita più solo all’ascolta- re. E sembra molto naturale da parte vostra mo- strarvi in questo senso. Più o meno si torna al ragionamento sui testi, riguar- do l’essere più trasparenti possibili. Facendolo con Nick, il nostro chitarrista che se n’è occupato, il li- bro racconta una fantastica storia: da dove è iniziato tutto, fino a quando abbiamo firmato per Deathwish, a Parting the Sea, che è stata la cosa su cui abbiamo dovuto lavorare di più, organizzandoci i tour da soli, tutto molto DIY; ci sono dentro le mail del nostro chi- tarrista che ha mollato, c’è dentro di tutto, e abbiamo iniziato a farlo senza nemmeno pensarci troppo, ci piace molto dare la nostra storia completa su tutto. Penso che se fossi un fan sarei molto entusiasta di ve- dere quel tipo di cose, oltre alle foto in tour, vedere proprio la realtà di cosa volesse dire essere in questa band in quel momento, ed è così che ci approcciamo a tutto quello che facciamo. – Nella versione originale di “And Now It’s Hap- pening in Mine” citavi Morrisey, mentre ora è stato cambiato in Leonard Cohen. Penso che le ragio- ni siano comprensibili, ma perché proprio que- sta scelta? È comunque da considerare un gesto tramite il quale prendete una posizione? Ho cambiato il testo in Leonard Cohen, e ho anche cambiato il riferimento a Ian Curtis, da molto tem- po. Riguardo la prima su Morrisey, ho imparato di più da Leonard Cohen di quanto abbia mai imparato da Morrisey, non sono mai neanche stato un grande fan del suo materiale solista, mi piacciono i The Smiths molto, e come scrittore non si può negare che sia un grande scrittore, ha influenzato tutti, ma me la sento TBA | 65