TBA The Green Edition - Issue #01 | Page 64

1 GREEN EDITION THROWBACK – Partiamo dall’inizio. 2009: esce To The Beat Of a Dead Horse, album di debutto dei Touché Amoré. Com’è stato il vostro approccio alla sua creazione, essendo il primo e non avendo un pa- ragone precedente? Abbiamo iniziato a lavorare al disco pensando che fossimo in ogni caso destinati a scioglierci, perché avevamo appena perso il nostro batterista, e voleva- mo solo registrarlo perché ne eravamo molto fieri, ma non avevamo idea di cosa sarebbe stato il futuro. Siamo entrati in studio con un nostro amico, Alex, lo abbiamo registrato in tre o quattro giorni e dopo averlo sentito abbiamo deciso di rimanere insieme e trovare un altro batterista. Lo abbiamo registrato più per noi stessi, il mio migliore amico Joey ha l’eti- chetta 6131 Records che lo ha rilasciato, quindi siamo rimasti insieme. – È un disco arrivato proprio al momento giusto, mentre l’attenzione nei confronti di questo genere che mischia hardcore e emo con altre band come La Dispute, Defeater… dramma a un certo punto perché ho detto che non avremmo mai suonato al Warped Tour, non pensavo fosse un problema, era solo buon senso per me, inve- ce un sacco di persone si sono incazzate, ma questo è un perfetto esempio del perché preferiamo fare quel- lo che ci sembra giusto piuttosto che compromettere quello in cui crediamo, e penso che abbiamo mante- nuto questa posizione dall’inizio e che questo ci ab- bia portato fino a qui. Non li conoscevamo neanche al tempo, ci siamo trovati poi con i vari tour; è solo successo che tutte queste band in parti diverse degli Stati Uniti abbiano iniziato a emergere contemporaneamente, è stato un caso fortunato. – Quest’anno in occasione del decimo anni- versario dell’uscita, avete deciso di ri-registrare l’album, scelta dovuta anche al fatto che le regi- strazioni originali sono andate perse, e non avre- ste potuto fare solo un nuovo mix. Penso che in generale per natura umana non si sia mai felici del tutto dei propri lavori fatti in passato, in tan- ti dicono che cambierebbero certe cose, ma poi non tutti si mettono a registrare di nuovo un di- sco, cosa vi ha fatto decidere di farlo? – Quali sono state le cose più importanti per il resto della vostra carriera che avete imparato con quel disco? La prima cosa che mi viene in mente per quanto mi riguarda è l’importanza dell’onestà. Non avevo mai cantato in una band prima, ho sempre suonato la chitarra, e non avevo molte influenze per quello che cercavo di scrivere, quindi scrivevo solo testi molto arrabbiati, cose che mi disturbavano della mia vita personale, e quando ho visto la reazione del pubblico a quei testi più personali e diretti di quelli tipici har- dcore, mi ha fatto capire che l’onestà era l’unica stra- da che potevo prendere. Parlando invece dell’aspetto più promozionale, ab- biamo fatto in modo di circondarci solo con band e messaggi giusti e focalizzarci su quell’aspetto più DIY per fare le cose, per non compromettere quello che rappresentiamo come band. Si è scatenato un TBA Gli altri non sono nevrotici come noi (ride). Avremmo rifatto solo mix e master se fosse stato possibile, e volevamo fare il libro, ma sarebbe stato difficile farlo singolarmente o con solo il vecchio di- sco e aspettarsi che la gente volesse comprarlo. Sono sicuro che qualcuno lo avrebbe fatto, ma senza alcun nuovo aspetto musicalmente, neanche una nuova versione, è difficile convincere qualcuno a spender- ci dei soldi, quindi visto che suoniamo da anni quelle | 64