TBA The Green Edition - Issue #01 | Page 33

1 GREEN EDITION THRICE demo, tutte le discussioni, l’evoluzione di ogni canzo- ne e capire meglio cosa vogliamo fare. – Ascoltando i vostri ultimi due album sembra- te quasi diventati un’altra band, in senso buono. Cosa è successo in questi quattro anni di stop pri- ma della loro uscita? – A proposito delle influenze di cui parlavi prima, sono quelle il motivo di questo nuovo ritmo che avete trovato negli ultimi dischi, rispetto a quelli precedenti alla pausa? Credo sia principalmente una questione di nuove influenze. Prima ascoltavamo tutti principalmente punk rock, hardcore e qualcosina di metal qua e là, poi andando avanti i nostri gusti musicali si sono svilup- pati sia in modo corale come band, ma siamo cresciuti anche individualmente prendendo direzioni musicali diversi: a Dustin per esempio piacciono i The Natio- nal, gli Arcade Fire, Bon Iver, a Teppei piace il jazz e gruppi più indie, Ed è fan del math rock mentre io ascolto cose un po’ più heavy o shoegaze. E quando ci siamo riuniti e abbiamo iniziato a scrivere ognuno di noi ha buttato dentro queste idee e abbiamo cercato di modellare il tutto fino a trovare il nostro stile, in questo modo abbiamo capito quale sia ora il nostro stile. Non sto dicendo che faremo solo dischi che suo- neranno in questo modo da ora in poi, ma credo che siamo riusciti a comunicare meglio durante il proces- so creativo e a mescolare le nostre influenze in modo più coerente. Penso che sia solo dovuto all’incorporare tutti i suoni che ora fanno parte di noi. Non è una cosa che faccia- mo di proposito, non ci mettiamo lì a pensare “dob- biamo suonare in questo modo”, è semplicemente quello che ci viene fuori e credo che come band que- sta evoluzione sia stata positiva perché ci ha permes- so di fare dei dischi differenti. Non ci sono mai idee a cui diciamo “no, non possiamo assolutamente farlo”; prendiamo in considerazione ogni idea anche se sem- bra diversa o troppo strana o non abbastanza strana, l’importante è che a noi sembri buona, che ci dica qualcosa. – Anche perché con una carriera così lunga im- magino che vogliate sempre trovare qualcosa che vi stimoli, che vi faccia spingere oltre... Si, se avessimo solo ripetuto il nostro primo o secon- do album più volte in varie versioni... come hanno fat- to band come i NOFX. Loro hanno un sound e hanno mantenuto quel sound per tipo 35 anni. Non dico sia una brutta cosa, ma penso che se noi avessimo fatto lo stesso, sia noi che il nostro pubblico avremmo perso interesse e ci saremmo annoiati. È una cosa che fun- ziona per alcune band, ma per come siamo fatti noi, a livello creativo, non avrebbe funzionato. – Il processo di scrittura è cambiato anche a li- vello di tempistiche tra il prima e il dopo la pausa? Scrivete ancora tutto velocemente mentre siete in tour o trovate i vostri momenti per sedervi e ragio- nare con calma sui brani futuri? Un po’ è cambiato. Inizialmente non scrivevamo mol- to in tour, ma appena finito scrivevamo il più possibile tra la fine del tour e la data prevista per registrare. Ora però credo che siamo diventati più consistenti nello scrivere individualmente e non appena finiamo di re- gistrare un disco iniziamo già a buttare giù le idee per il successivo. Ognuno di noi lavora individualmente e usiamo un’app per organizzare al meglio le idee: ci di- ciamo “questa è la mia visione, cosa ne pensate?” e ini- ziamo a parlarne e a svilupparla. È un po’ come parla- re in una chat, e meno come trovarsi tutti nella stessa stanza. In passato ci saremmo detti “ecco il mio ipod, adesso vi faccio sentire tutte le mie idee” e poi avrem- mo scelto quelle su cui lavorare e ci avremmo lavorato appunto ritrovandoci tutti insieme nella stessa stan- za. La cosa bella di quel metodo era che c’era un altro livello di spontaneità però mancava di organizzazio- ne. Ora possiamo ritrovare facilmente online tutti i TBA – Ed è anche sfidante vedere se quanto di nuovo portate nel vostro materiale di volta in volta viene apprezzato dai fan, giusto? Certamente, è stimolante e allo stesso tempo spaven- toso. – Palms è uscito da un anno ormai, qual è la cosa di cui sei più felice? Sono orgoglioso del suo eclettismo, ci sono più molti elementi elettronici, c’è la bellissima ballad Beyond The Pines, ci sono canzoni rock come The Grey, e poi ci sono tutti i b-side raccolti in Deeper Wells, c’è una | 33