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GREEN EDITION
I TA L I A N S C E N E
– Eravamo alla data di Milano del vostro tour
estivo, che è stato una bomba: quali erano le vo-
stre aspettative prima che iniziasse il tour e siete
riusciti a soddisfarle?
21/11 Largo Venue – Roma
22/11 Smav – Santa Maria a Vico (CE)
23/11 The Alibi – Foggia
28/11 Magazzini Generali – Milano
30/11 The Cage – Livorno
07/12 Vidia Club – Cesena
11/12 Sanbapolis – Trento
12/12 Hiroshima Mon Amour – Torino
14/12 Mamamia – Senigallia
20/12 Hall – Padova
21/12 Locomotiv – Bologna
Grazie mille! Siamo andati ben oltre le nostre aspet-
tative, perché erano nulle! Non avevamo mai fatto un
tour, non avevamo mai fatto così tanti concerti vicini
tra loro, girando l’Italia così tanto. A dirla tutta non
avevamo praticamente proprio mai fatto concerti.
Volevamo goderci il momento, cercare di fare il me-
glio possibile e divertirci.. e l’abbiamo fatto! Abbiamo
vissuto e scoperto tantissime cose che ci porteremo
dietro a lungo. Ecco, forse questo più di quanto ci
aspettassimo.
– Avete appena pubblicato il vostro EP “ultima
stagione”, era materiale che avevate già prodot-
to insieme a “disponibile anche in mogano” o è
stato creato successivamente? E come mai la
scelta di rilasciarlo a così poca distanza?
Durante il tour estivo volevamo scrivere una canzo-
ne, qualcosa che vivesse in quel momento, fatta an-
che un po’ di fretta, nei buchi tra una data e l’altra,
così che fosse più vera. Alla fine sono uscite tre can-
zoni, non una, e abbiamo deciso di farle uscire tutte
insieme in quanto, appunto, figlie del momento, di
quello che stavamo scoprendo e cambiando. Oltre-
tutto, da un punto di vista meramente tecnico, siamo
una band giovane, penso sia importante tenere vivo
lo spirito, sia nostro che del nostro pubblico, farsi
sentire presenti da entrambe le parti. Chiaramente
sono tre canzoni che fanno ancora parte di “disponi-
bile anche in mogano”, infatti vanno un po’ a chiuder-
lo. Per questo il titolo “ultima stagione”. Le sonorità
sono magari maturate ed evolute, ma siamo sempre i
rovere di questo momento. In futuro chissà cosa suc-
cederà. Ci serve un po’ di tempo per lasciare fermen-
tare ciò che abbiamo appreso durante queste primis-
sime esperienze per noi.
di vista: siamo felici-tristi. Non so se sia un problema
o una forza, ma involontariamente finisce che pur vo-
lendo scrivere canzoni che facciano cantare, saltare e
ballare, alla fine i testi ci escono così. Ci piace.
– In “ultima stagione” avete sfoderato tutto il
vostro lato nerd, nonostante si parli principal-
mente di storie d’amore, con un sentimento di
sottofondo piuttosto nostalgico, come riuscite a
far conciliare tutti questi aspetti scrivendo?
Il nostro lato nerd è ancora all’1%! Diciamo che ispi-
randoci al mondo delle serie TV non ci è venuto diffi-
cile. L’agrodolce è il pane quotidiano di Netflix.
– Parlando della seconda canzone dell’EP, qual
è la cosa che vi ha deluso di più del finale di
Game of Thrones?
Tutto. Si salva solo la fotografia e qualche scena epica
qua e la. Forse se dobbiamo proprio accanirci, Dae-
nerys.
– I brani dell’EP sembrano allegri all’apparenza,
ma c’è sempre una vena malinconica che si trova
spesso nelle vostre canzoni…
– “Ma la bici che è sempre più sgonfia”, “Ho la
macchina senza più freni”: da queste due cita-
zioni da “stupido clark kent” e dai vostri post sui
social abbiamo notato che non avete molta for-
Noi siamo un po’ fatti così. Apparentemente siamo
allegri, scherziamo e sorridiamo, ma lo sguardo a vol-
te si perde un po’. Ci troviamo molto da questo punto
TBA
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