TBA The Green Edition - Issue #01 | Page 10

1 GREEN EDITION I TA L I A N S C E N E – Sem è originario della Sicilia mentre Stènn è di Chiari, paese nel quale attualmente vivete. Come mai avete deciso di vivere “in provincia”? Che rapporto avete con la città di Milano? rispettare i canoni prestabiliti. “Ok vabbè” è un’e- spressione leggera, che però rende bene l’idea di una sorta di menefreghismo verso le opinioni altrui. È questo il concetto principale che vorrei far passare. Sem: In realtà all’inizio non è stata una nostra scel- ta, ma per una serie di circostanze ci siamo ritrovati a dover tornare per un attimo in provincia… dopodiché in realtà ci siamo resi conto che non era affatto male: lì abbiamo molto più spazio rispetto al nostro vec- chio bilocale di Milano perché abitiamo in una vera e propria casa e abbiamo anche un giardinetto. Poi cre- do che dopo un po’ di tempo passato lontano si sen- ta anche il bisogno fisiologico di tornare alle proprie radici, parlo soprattutto per lui. Restiamo comunque molto legati a Milano: quando ci chiedono di dove siamo come gruppo, rispondiamo sempre che siamo di Milano. E poi è una città in cui veniamo spesso. – Oltre a Ok Vabbè state lavorando a un disco nuovo che sarà cantato in italiano a differenza del precedente Offbeat. Come si pone il nuovo singolo in relazione all’album? È una buona indi- cazione del sound che avete ricercato nel disco o il disco seguirà direzioni diverse? Sem: Diciamo che noi non facciamo mai dischi dove tutte le tracce sono uguali e cambiano solo i titoli dei brani, che è una cosa che invece in Italia è abbastanza comune. Ogni pezzo sul disco ha una propria storia anche a livello di sound. Se il primo disco era una sor- ta di omaggio alle nostre radici, al synth-pop, al new age, complessivamente questo avrà sonorità molto più urban. Stènn: A questo giro rispetto a Offbeat abbiamo cer- cato di guardare al futuro. [qui veniamo interrotti da un gattino che si infila sotto la sedia di Stènn, anche se poi non si fa prendere. Breve excursus sul gattino che ha rovinato con le unghie la sedia di Sem nella veran- da di casa loro] L’idea del disco è quella di prendere ispirazione da quello che noi consideriamo il futuro della musica pop. Ci siamo rifatti a esponenti come Tove Lo, Charli XCX, Tommy Cash che per noi sono la direzione del futuro, che stanno creando qualcosa di nuovo. – Credete che Milano in questo momento abbia qualcosa che altre città italiane non hanno? Che cosa le manca invece secondo voi? Stènn: Milano è sicuramente speciale. È la città ita- liana più vicina al modello europeo, anche per tutto quello che riguarda la comunità LGBT, ambito in cui secondo me è due o tre passi avanti a tutte le altre. È anche per questo che qui ci continuiamo a sentire come a casa nonostante non sia più la nostra città di residenza. Viva Milano sempre! Sem: Per quanto riguarda quello che le manca, direi che spesso le manca un po’ di umanità. Essendo una grande città in fin dei conti è anche normale, però ve- nendo dalla Sicilia è una cosa di cui mi accorgo sem- pre. Ad esempio il video del nostro ultimo singolo Ok Vabbè l’abbiamo girato in Sicilia, e quando chie- devamo disponibilità alle persone si facevano avanti in mille per aiutare senza mai farti pesare nulla; qui invece ti chiedono i soldi anche solo se devi prendere in prestito una sedia. Su certe cose a volte è una città poco easy, molto competitiva. – Secondo voi quindi come suonerà il pop del futuro? Sem: In Italia secondo me il panorama è molto diver- so rispetto al resto del mondo. All’estero hanno un po’ superato la fase della trap ed emergono tante cose diverse, vedi Billie Eilish con la sua immagine molto dark; in Italia stiamo ancora sguazzando fra la trap e l’indie. Con questo non sto dicendo che questi generi siano una cosa negativa, anche perché hanno dato la possibilità a tantissimi artisti ed etichette anche un- derground di farsi sentire, però poi come al solito ap- pena si capisce che una cosa funziona, finiamo con il ripeterla fino allo sfinimento. L’indie stesso in Italia deriva molto dalla musica degli anni ’80. Stènn: Credo che all’estero abbiano una visione del futuro più coraggiosa e sono molto più propensi a – Visto che avete menzionato proprio il nuovo singolo Ok Vabbè, cosa sperate che chi ascolta la canzone faccia suo? Quale messaggio vorre- ste che le persone traessero dal brano? Stènn: L’idea è un po’ quella di prendere alla leggera il fatto di essere considerati sbagliati o diversi, o non TBA | 10