SudOnLine 12 aprile 2020 | Page 11

I SOLDI

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Bar e pub chiusi, un anno nero

per i produttori di birra in Europa

Sulle ripercussioni economiche del Covid-19 fa discutere oggi il rapporto dell’Organizzazione mondiale del Lavoro (che riunisce i governi, i sindacati e le organizzazioni degli industriali di 187 Paesi), in cui si afferma che la pandemia rischia di provocare la perdita di 25 milioni di posti di lavoro, andando ad aggravare un settore dove nel 2019 già si contavano 188 milioni di disoccupati nel mondo. Un numero superiore a quello che si verificò dopo la crisi economica del 2008 e che comportò una crescita dei disoccupati mondiali di 22 milioni di unità. “I comparti più toccati saranno il turismo, i trasporti ma anche l’industria dell’automobile”, dice Guy Ryder, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. “Sarà un crash-test di proporzioni inquietanti, ben peggiore di quello del 2008”. E saranno le economie occidentali quelle più funestate dalla crisi, con una perdita di guadagni che si prevede sfiorerà i 3100 miliardi di euro entro la fine del 2020. Questa pauperizzazione generalizzata si tradurrà su un’importante diminuzione di consumi e servizi, che a sua volta impatterà sulle imprese e sulle economie nazionali.

E 3M raddoppia

la produzione

hanno ancora visto iniziare i lavori. Alcune di queste infrastrutture strategiche ancora ferme ai blocchi di partenza sono:

Tav Torino-Lione (8,6 miliardi di euro);

Tav Messina-Catania-Palermo (costo 8 miliardi di euro);

Gronda di Genova (5 miliardi di euro);

Av Verona-Padova IRICAV 2 (4,9 miliardi di euro);

Terza corsia A11 Firenze-Pistoia (3 miliardi di euro);

Autostrada Roma-Latina (2,8 miliardi di euro);

Autostrada Pedemontana Lombarda (2 miliardi di euro);

Tav Napoli-Bari lotto Irpinia-Orsara/tratta Orsara Bovino (2 miliardi di euro);

Autostrada regionale Cispadana (1,3 miliardi di euro).

L’auspicio, segnalano dalla CGIA, è che il “modello Genova” - adottato per la costruzione del ponte sopra il Polcevera progettato da Renzo Piano – venga esteso a tutte le principali grandi opere già finanziate ma non ancora avviate, attraverso la tanto agognata nomina dei commissari.

Anche l’opinione dei grandi manager internazionali conferma lo stato di arretratezza logistico/infrastrutturale del nostro Paese. Dall’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA su dati del World Economic Forum  (WEF) 2 , tra i 10 Paesi europei più importanti presi in esame, l’Italia si colloca sempre in fondo alla graduatoria per qualità/efficienza del sistema infrastrutturale. In particolare per

qualità delle strade;

efficienza dei servizi ferroviari;

efficienza dei servizi portuali;

copertura della linea internet veloce (fonte: Commissione Europea).

Rispetto alla Germania, che è il nostro principale competitor in campo economico, l’Italia sconta un gap

del 22 per cento per la qualità delle strade ;

del 19 per cento per l’efficienza dei servizi ferroviari ;

del 12 per cento per l’efficienza dei servizi portuali ;

del 178 per cento per la copertura della linea internet ultraveloce .

La CGIA, infine, tiene a precisare che oltre alla realizzazione delle grandi infrastrutture materiali e immateriali abbiamo altrettanto bisogno di portare a termine moltissimi interventi “minori” che sono però indispensabili per la messa in sicurezza di tanti cittadini, di moltissime città e piccoli paesi. Interventi che potrebbero dare una grossa mano alla ripresa della domanda interna. Si ricorda, infatti, che:

l’88 per cento dei circa 8 mila Comuni italiani ha almeno un’area classificata a elevato rischio idrogeologico ;

il 40 per cento circa delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica è ubicato in zone ad alto rischio sismico ;

su circa 6.000 opere censite (gallerie, ponti, viadotti, etc.) quasi 2.000 necessitano di interventi urgenti ;

il 38 per cento dell’acqua trasportata dal sistema idrico pubblico si perde per strada a causa dell’elevato livello di deterioramento della rete .

I bar sono chiusi, i festival sono sospesi e gli eventi sportivi sono rinviati. I produttori di birra eu-ropei prevedono un anno catastrofico e temono che il grande evento annuale, l'Oktoberfest di Mo-naco, venga annullato. Nel birrificio La Ballena di Bruno Torres a nord-est di Parigi, che produce 560 ettolitri di birra all'anno, i serbatoi di fermentazione sono vuoti e la piccola linea di imbotti-gliamento e' ferma. In genere l'azienda vende circa la meta' della sua produzione a bar, caffe' e ri-storanti, tutti chiusi piu' di tre settimane fa a causa del confinamento ordinato dalle autorita' fran-cesi. Si tratta di una perdita dei piccoli mercati che apparentemente non e' stata compensata dall'aumento delle vendite nei supermercati. "La birra non e' una delle categorie che ha beneficia-to di questo effetto di 'conservazione' che i francesi hanno adottato nelle prime settimane", ha di-chiarato Jacques Lebel, direttore generale per la Francia di AB InBev, leader mondiale della pro-duzione di birra, in un'intervista all'Afp. Tuttavia, le vendite di birra sono aumentate di quasi il 7% dall'inizio del confino rispetto allo stesso periodo del 2019, secondo uno studio del gruppo Nielsen, pubblicato questa settimana.