I FATTI
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Sono quattro gli atti della polizia giudiziaria di Palermo, analisi firmate anche da Carlo Alberto Dalla Chiesa e da Boris Giuliano, desecretati e pubblicati per la prima volta dalla Commissione parlamentare Antimafia sul sito antimafia.parlamento.it. Si tratta di un verbale di denuncia del 6 giugno 1971 e rapporti giudiziari del 20 settembre, 26 ottobre e 15 luglio 1971.
Dalla lettura dei documenti si colgono gli effetti della sentenza della Corte d'Assise di Catanzaro che, il 22 dicembre 1968, aveva assolto 44 imputati con la formula della insufficienza di prove determinando decine di scarcerazioni. L'effetto, secondo quanto emerge dai rapporti, fu da un lato conferire "più rinnovato prestigio ed autorità a quanti ne erano usciti indenni" e dall'altro il devastante incremento di sfiducia dell'opinione pubblica.
Nei rapporti si fa riferimento anche a vicende oscure come la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, l'omicidio del
Procuratore della Repubblica Pietro Scaglione e del suo autista fino agli inquietanti atti dinamitardi della notte di Capodanno del 1971 eseguiti a Palermo ai danni di vari enti e uffici pubblici: "Fatti questi" - si legge nei rapporti pubblicati dall'Antimafia - "che non hanno precedenti nelle manifestazioni criminose dell'isola, perché appaiono talmente aberranti da far ritenere che si agitino o si occultino a monte degli esecutori materiali grossissimi interessi ai quali non sarebbero estranei ambienti e personaggi legati al mondo politico ed economico-finanziario e che, in forma più o meno occulta, hanno fatto ricorso, dal dopoguerra in poi, a sodalizi di mafia per conseguire iniziali affermazioni nei più svariati settori, per garantire quanto via via acquisito, per speculare sugli ulteriori documenti.
Maltrattamenti aggravati, arrestato
un 17enne di Catanzaro
I carabinieri di Catanzaro hanno arrestato in flagranza di reato un 17enne straniero con l'accusa di maltrattamenti aggravati. Quando i militari sono giunti nell'abitazione del ragazzo a seguito di una richiesta di aiuto per via dell'ennesima lite, il 17enne, davanti all'intera famiglia (fra cui i figli minori, uno dei quali disabile) ha aggredito il padre mettendogli le mani al collo. Il ragazzo è stato fermato in tempo dai carabinieri, arrestato e poi trasferito presso il Centro di prima accoglienza di Catanzaro.
Rapina con pugni e calci
Aggressione a un pescatore: fermato
un 29enne nigeriano
Calci e pugni a un pescatore per rapinarlo. Accade a Palermo, dove la Polizia ha rintracciato e fermato un 29enne nigeriano senza fissa dimora, ritenuto responsabile della violenta aggressione messa a segno la notte dello scorso 3 marzo nei pressi del porticciolo di Sant'Erasmo. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori l'excomunitario, dopo aver avvicinato la sua vittima chiedendo una sigaretta l'aveva aggredita, colpendolo il malcapitato con calci, pugni e un piccolo coltello alla testa. Uno dei fendenti sferrati all'uomo aveva provocato la rottura della lama che si era spezzata nella parte finale. Un particolare, quest'ultimo che si è rivelato decisivo per il riconoscimento del rapinatore.
La vittima, nonostante le ferite, era riuscita a chiedere aiuto e prima del ricovero e di un delicato intervento chirurgico, era
riuscita a fornire agli agenti un resoconto dettagliato di quanto accaduto e l'identikit del aggressore. A distanza di meno di 72 ore dalla violenta rapina i poliziotti hanno rintracciato il 29enne al Foro italico. Alla loro vista l'extracomunitario ha tentato una disperata e pericolosa fuga tra le auto in transito in direzione di piazza Kalsa. In via Butera, però, è stato raggiunto e immobilizzato dagli agenti che hanno faticano non poco per vincere la sua resistenza. Addosso aveva un cellulare risultato rubato e, soprattutto, un piccolo coltello a serramanico.
a cui mancava la parte finale, compatibile con quella rimasta conficcata nel corpo della vittima ed estratta chirurgicamente dai medici. L'uomo è stato sottoposto a fermo per rapina aggravata, lesioni personali aggravate, resistenza a Pubblico ufficiale, ricettazione e porto abusivo di arma bianca. Il provvedimento è convalidato dall'autorità giudiziaria che ha disposto la custodia cautelare in carcere. Il 29enne è stato così condotto nel carcere Pagliarelli di Palermo.
Autostazione autobus, l'autodifesa del sindaco
Trebisacce, il primo cittadino indagato: "Abbiamo sempre rispettato le regole"
"Abbiamo sempre rispettato le regole'. E quanto afferma in una nota il sindaco di Trebisacce (Cs), Franco Mundo, in merito all'inchiesta che ha portato al sequestro dell'Autostazione degli autobus in fase di costruzione nel centro cosentino e che lo vede fra i sette indagati. Secondo la procura di Castrovillari, l'opera sarebbe abusiva e i reati consumati sarebbero abuso d'ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. "Tutte le contestazioni sono frutto di valutazioni errate da parte del consulente della procura di Castrovillari - spiega Mundo -, che ha indotto in errore il pm, non avendo considerato alcuni presupposti di grande importanza, come ad esempio l'inopportunità di un nullaosta paesaggistico relativo ad aree già urbanizzate e in pieno centro abitato o la validazione del progetto e pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale, atti peraltro di competenza degli uffici e non degli amministratori, qualificabili tra l'altro come reati contravvenzionali". Il "project financing - aggiunge il sindaco - è una procedura particolare avviata dal Comune di Trebisacce attraverso una
manifestazione d'interesse pubblica, che ha visto la partecipazione di un solo contraente al quale è stato affidato la realizzazione del progetto esecutivo posto a base di gara con prelazione assoluta per l'aggiudicatario. Inoltre, non vi era la necessità di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, in quanto era stato già regolarmente pubblicato sull'Albo Pretorio on line del Comune di Trebisacce, universalmente visibile e consultabile da tutti.
L'opera - prosegue il Primo cittadino - è stata realizzata con risorse private, senza alcun intervento pubblico. Alla gara ha partecipato una sola ditta e non si comprende come si potesse turbare l'aggiudicazione". L'intervento "cautelare - conclude – lascia ancora più perplessi se si pensa che a giorni doveva essere inaugurata. In ogni caso, siamo pienamente fiduciosi nella magistratura, a parte la caccia agli amministratori pubblici, anche perché tutti gli indagati ritengono di aver agito nel rispetto della legge".
Antimafia senza segreti
Cade il segreto sugli atti dell'antimafia del 1971
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