SudOnLine 10 aprile 2020 | Page 2

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L'emergenza in Italia

In Puglia calano ancora i contagi

Torna a calare il numero di nuovi contagi in Puglia, oggi su 1.595 tamponi refertati sono risultate positive solo 82 persone. Lo comunica il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Scende anche il numero dei decessi, oggi sono sei: uno in provincia di Foggia, due in provincia di Lecce, uno nella provincia di Bari e due nella provincia di Taranto. Degli 82 nuovi casi rilevati oggi, 49 si sono registrati nella provincia di Bari e riguardano quasi tutti contagi avvenuti nelle Rsa per anziani. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 26.088 test, il totale dei casi positivi è di 2.716. Sono 190 i pazienti guariti, 225 quelli deceduti complessivamente mentre i ricoverati sono 716 e le persone in isolamento salgono a 1.045.

In Puglia hanno fatto domanda di cassa integrazione in deroga 26.086 imprese per un totale di 89.123 lavoratori interessati, per un importo totale di circa 108 milioni di euro.

Campania, altri 100 militari per i controlli

Arrivano altri 100 militari in Campania, per rafforzare i controlli anti covid nell'area metropolitana di Napoli. Lo rende noto la prefettura del capoluogo campano: la richiesta di un ulteriore contingente era stata formalizzata dal Comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza. Da alcune settimane è già operativo a Napoli e in Campania un contingente di un centinaio di uomini delle Forze Armate che affianca le forze di polizia nella verifica del rispetto delle norme.

Con un ulteriore straordinario sforzo nel reperimento di risorse, il fondo per il Piano Socio Economico della Regione Campania è stato portato a 900 milioni di euro. L'incremento di altri 300 milioni in aggiunta ai 600 già stanziati, consentirà di aumentare tutte le pensioni al minimo e gli assegni sociali". Lo rende noto il governatore Vincenzo De Luca. "Inoltre, si è concluso l'iter per un'altra misura straordinaria di sostegno alle imprese, con l'operazione finanziaria dei mini bond garantiti dalla società della Regione 'Sviluppo Campania'.

Il conto del virus:

47 miliardi al mese

Gli effetti sull'economia: 10 miliardi al Sud

Il lockdown costa 47 miliardi al mese, 37 al Centro-Nord, 10 al Sud. Considerando una ripresa delle attività nella seconda parte dell’anno, il Pil nel 2020 si ridurrebbe, in base a stime SVIMEZ, del -8,4% per l’Italia, del -8,5% al Centro-Nord e del 7,9% nel Mezzogiorno. Dal report emerge che: 1) l’emergenza sanitaria colpisce più il Nord, ma gli impatti sociali ed economici “uniscono” il Paese 2) il Sud rischia di accusare una maggiore debolezza rispetto al Centro-Nord nella fase della ripresa, perché sconta inevitabilmente la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione, dalla quale non è mai riuscito a uscire del tutto. 3) Occorre completare il pacchetto di interventi per compensare gli effetti della crisi sui soggetti più deboli, lavoratori non tutelati, famiglie a rischio povertà e micro imprese.

Uno shock esogeno senza precedenti per il Nord e per il Sud. La società e l’economia italiane sono attraversate dalla più grave crisi della storia repubblicana. Del tutto inattesa, di natura esogena, dai tempi di propagazione più rapidi tra mercati e paesi, dagli impatti sui livelli di attività economica e sul lavoro più profondi, più concentrati nel tempo e più pervasivi tra settori e territori rispetto all’ultima grande crisi avviatasi a fine 2008. Un inedito shock congiunto di domanda e offerta sta producendo impatti sociali ed economici che “uniscono” Nord e Sud del paese. L’emergenza sanitaria dunque colpisce più il Nord, ma gli impatti sociali ed economici tendono a propagarsi in maniera più uniforme sul territorio.

Il lockdown “costa” circa 47 miliardi al mese, 37 “persi” al Centro-Nord, 10 al Sud. La straordinarietà della dimensione del lockdown si legge nella quota di impianti “fermi”: la SVIMEZ ne stima più di 5 su 10 in Italia. Nella media nazionale, senza considerare i settori dell’Agricoltura, le Attività finanziarie e assicurative e la Pubblica Amministrazione, crollano del 50% fatturato, valore aggiunto e occupazione. Il blocco colpisce duramente, sia pure con diversa intensità, indistintamente l’industria, le costruzioni, i servizi, il commercio. A livello territoriale, sono più interessate le regioni del Nord soprattutto in termini di valore aggiunto (49,1%, circa 6 punti percentuali in più rispetto al Centro e al Mezzogiorno). In termini di occupati interessati la forbice si annulla tra Nord e Sud: 53,3% nel Nord, 51,1% al Centro e 53,2% nel Mezzogiorno. In termini di unità locali, le differenze territoriali si ribaltano, segno di una maggiore parcellizzazione del tessuto produttivo nel Mezzogiorno dove le unità locali interessate dal lockdown raggiungono il 59,2% a fronte del 56,7 e del 57,2% rispettivamente nel Centro e nel Nord. La SVIMEZ stima che un mese di lockdown “costa” 47 miliardi di euro (il 3,1% del Pil italiano), 37 dei quali “persi” al Nord, 10 nel Mezzogiorno. Si tratta di 788 euro pro capite al mese nella media italiana, 951 euro al Centro-Nord contro i 473 al Sud.