dir poco sconcertante, come si vede dai due disegni dell’interno stesso e come risulta pure dalle descrizioni. La raffigurazione infatti era prevista non all’altezza
dei riguardanti, ma al di sopra di essi, come su di un primo piano, eseguito solo
in pittura, al di là di una balaustra, pur essa solo dipinta, salvo la statua di Erode,
che non si capisce bene come avrebbe dovuto essere collocata.
Tale soluzione evidentemente doveva esser stata escogitata per evitare facili
e frequenti atti di vandalismo verso le statue ed i dipinti, fino ad allora troppo
a portata di mano dei visitatori. L’autore così si esprime: “Il disegno di dentro
del Tempio de gl’innocenti nel quale ho disegnato li riquadramenti et pilastri
e balaustri secondo deveranno esser dipinti imperoche quivi non andera altra
cosa di rilievo che la figura del Re ossia del Giudice che interviene ala uccisione
delli fanciulli. E quando pure si dovesse mancare de dipingere li balaustri per ne’
offender la vista (delle) figure a’ me non spiacerebbe è perciò ho fatto il seguente
disegno con le figure et senza li balaustri come si vede”.
Ed infatti il secondo disegno illustra la scena priva di balaustra dipinta. Lo
scritto in calce dice “Questo tempio rotondo haverà le figure dipinte tutte intorno al muro di esso et in mezzo la figura del giudici di relevo...”
La soluzione dovette certo sembrare non solo troppo ardita, ma anche tutt’altro che felice, sia perché rompeva con tutta la precedente ed ormai radicata tradizione del Sacro Monte, sia poi anche perché poneva la scena in una visuale
anomala.
Le cose rimasero a questo punto; per alcuni anni si soprassedette all’esecuzione
di tutto il nuovo complesso di cappelle. Infatti nei “Memoriali” del novembre
1572, in cui sono elencati i vari lavori da attuare sul Monte, sì stabilisce solo la
prima, indispensabile opera da realizzare in quella zona del “super parietem”, ossia la nuova strada che dalla cappella del Secondo sogno di S. Giuseppe arriva fino
alla “chiesa nera” (attuale Tentazione). Invece, poco più di dieci anni dopo, dalla
guida del 1583 risulta che esisteva già l’edificio della Strage degli innocenti, era già
ultimata la Fuga in Egitto, era compiuto il Battesimo, oltre ad essere iniziate varie
altre cappelle.
Come si è detto a proposito della Fuga in Egitto, questa improvvisa ed intensa ripresa penso sia da collegare all’impulso dato da S. Carlo nella sua visita ai
Sacro Monte dell’ottobre 1578 al ritorno dal primo pellegrinaggio da lui compiuto a Torino per venerare la S. Sindone. Ed è pure ovvio, come già si è notato,
che la cappella della Strage ricordata nel poemetto del 1583 come già costruita,
ma priva di statue ed affreschi, non poteva essere quella attuale, iniziata solo tre
anni dopo.
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Cappella - 11