deve restringersi tra il 1567 ed il 68 (nel marzo-aprile dei 69 l’Alessi si allontana
definitivamente da Milano) se ne deve dedurre che proprio durante la sua stesura il tempietto si trovava in piena fase costruttiva. Forse è l’unico esempio in
tutto il libro in cui riferendosi ad una cappella, dapprima si dica che è «ancora
imperfetta», e poi, poco più avanti, che essa è ormai costruita; a meno che il
termine «imperfetta» non voglia solo riferirsi al fatto che era ancora priva delle
statue e delle pitture. Nel primo caso, che mi pare il più probabile, la datazione
dell’edificio dovrebbe risalire senza alcun dubbio agli anni 1566-67; nel secondo, a qualche tempo, ma non molto, prima. Che poi la guida del 1570 non ne
parli risulta ovvio dato che la cappella era ancora priva della scena figurata.
E per opera di chi sorse questo mistero?
Poiché negli stessi anni erano in costruzione la Porta Maggiore (terminata
verso il 1565) e subito dopo la cappella di Adamo ed Eva (1565-66), entrambe
su progetto dell’Alessi e per munificenza di Giacomo d’Adda, c’è da pensare
che il Secondo sogno di S. Giuseppe, opera di modesta tradizione locale e non
ambiziosa architettura alessiana, sia stato innalzato dopo un piuttosto lungo periodo di sospensione dei lavori sul Sacro Monte, non dal ricco mecenate milanese, ma con le offerte dei fedeli, quasi a sua emulazione, per seguirne l’esempio e
per dimostrare la volontà di uno sforzo di ripresa da parte della fabbriceria e dei
Varallesi, un tentativo dunque di attività parallela.
Completata però la parte architettonica, i lavori rimasero sospesi per alcuni
anni, molto probabilmente per mancanza di fondi. È solo con il “Memoriale”
del 12 novembre 1572, con cui si stabilivano le opere da farsi sul Sacro Monte,
che si prendono le seguenti decisioni per il Secondo sogno di S. Giuseppe. “Alla
Capella di S. Joseph si aure da fenir et fare le due figure di rilievo et reportarli la
Madonna qual è nella Cappella di Loreto, et mettere la detta Madonna a man
dritta et le altre figure a mano stanche”.
L’attuazione dell’ordine dovette avvenire con relativa sollecitudine; si può
pensare entro i primi mesi del 1573, poiché l’elenco delle Cappelle conservato
nell’Archivio d’Adda di Varallo, che il Galloni data verso il 1574, dà l’opera
come compiuta, tuttavia non con scrupolosa esattezza. Infatti il gruppo statuario della Madonna col Bambino, trasferito dalla Santa Casa di Loreto, che veniva
trasformata nella cappella dell’Annunciazione per attuare il nuovo ordinamento dei primi misteri secondo il progetto alessiano, non fu collocata sulla destra,
come prevedeva il “Memoriale”, ma al centro, disponendo di conseguenza ai due
lati, sebbene in primo piano, le figure dell’Angelo e di S. Giuseppe dormiente.
Nulla dicono sull’autore delle statue né il Fassola ad un secolo esatto da que80
Cappella - 9