montato da un listello, avvicina sempre più a Gaudenzio. All’interno, a prima
vista, l’ambiente pare dominato dalla grande scalea a cavea che scende alla Grotta e dal padiglione di legno e vetro antistante al gruppo scultoreo, l’uno legato
alla Terra Santa, l’altro aggiunto certamente in epoca più tarda.
Ma astraendo da questi due elementi, il vano rivela un respiro spaziale ed una
dignità architettonica ignota fino allora alle cappelle del Sacro Monte; e le varie
strutture rivelano sempre più puntuali rapporti con Gaudenzio.
Lo zoccolo a bancale che corre lungo le pareti, che si ritrova pure, ma all’esterno, nella primitiva cappella dell’Ultima Cena (ora ex cappella degli Esercizi)
e nel tempietto Gaudenziano di Loreto nei pressi di Varallo, ha un puntuale
riscontro in quello che orna il vano dell’Annunciazione, e nei sedili dell’Ultima
Cena affrescati da Gaudenzio nel 1512-13, quindi poco prima, ai piedi del Sacro
Monte, sulla parete divisoria della Madonna delle Grazie.
La stessa porta di facciata che taglia senza strombatura la parete, rivelandone
in tutta nettezza lo spessore, è motivo tipicamente gaudenziano che ricorre con
perfetta analogia nella appena citata Annunciazione delle Grazie il cui ambiente pare un vero e proprio riscontro in pittura dell’interno di questa cappella,
per ricomparire, sia pure in tono meno perentorio, nell’Adorazione dei Magi e
nell’Ultima Cena della stessa parete, oltre che in numerose altre architetture dipinte in epoche successive da Gaudenzio. La stessa finestra aperta verso mezzogiorno rivela analogie per la sua posizione con quella gaudenziana dell’edificio
dei Magi e quella non più visibile della cappella delle Stigmate, ed è evidente la
sua funzione, essendo in asse con la scala che scende alla grotta, di i ntrodurre un
po’ di luce sui due gruppi gaudenziani in essa collocati, oltre che, ovviamente, di
illuminare il gruppo stesso della Circoncisione.
Anche la raffinata cornice mistilinea alla base della volta, che anticipa in proporzione ridotta i cornicioni esterni dell’Ultima Cena (ex cappella degli Esercizi), della Crocifissione e dei Magi, ricorre quasi costantemente nelle architetture dipinte di Gaudenzio. La parte poi entro la nicchia ornata in monocromo
da ovuli e palmette,rivela un’identità quasi perfetta con la cornice in legno intagliato e dorato del polittico di Arona, che, come specifica il contratto, doveva
essere eseguito su disegno dello stesso Gaudenzio.
Così pure l’ariosa volta a crociera ritornerà con identico slancio nel porticato di Loreto fuori Varallo e nelle architetture dipinte della Flagellazione in S.
Maria delle Grazie. Ma è l’abside la parte architettonicamente più prestigiosa di
tutta la cappella. Il suo rapporto con il resto dell’ambiente è di netta impronta
lombardo-bramantesca, analoga a quella della nicchia di fondo nella sacrestia di
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Cappella - 8