Essa è così simile, vera sorella gemella, nel volto e nelle mani, nell’espressione
e nel modellato alla statua lignea della Maddalena presso il Santo Sepolcro, da
venir a riconfermare con piena evidenza il passaggio da poco, anzi appena avvenuto, in Gaudenzio dalla scultura lignea alla terracotta, e quindi un’esecuzione
immediatamente successiva alla pubblicazione della guida del 1514.
Il gesto però così caratteristico ed inconsueto della Vergine di volgersi verso i
riguardanti (né Gaudenzio poteva disporla con lo stesso atteggiamento chino e
devoto rivolto verso il Bambino, che avrebbe dovuto poco dopo darle nella vicina
nicchia della Natività per evitare una ripetizione) originò una leggenda narrata
dal Fassola, sempre alla ricerca di fatti miracolosi e di avvenimenti straordinari
per stupire l’ingenuo visitatore, ripetuta poi anche dal Torrotti e da altri.
La statua dunque avrebbe dovuto in origine essere volta verso il Bambino posto nella mangiatoia, ma nel momento in cui sentì le campane che cominciavano a suonare per l’elezione al pontificato di papa Innocenzo X (ossia nel 1644)
si sarebbe voltata in segno di approvazione verso i pellegrini che visitavano la
cappella.
Secondo il Torrotti poi sarebbe stata rimessa nella posizione originaria, ma si
sarebbe nuovamente rivolta verso i fedeli. Purtroppo, sia per il Fassola che per
il Torrotti, però, già nella xilografia intagliata per la guida del 1611 da Giovanni Teodosio Coriolano, che rappresenta questa cappella, la figura della Vergine
presenta lo stesso atteggiamento che ha tuttora.
Completa l’intensa ed esaltante scena statuaria, su cui si concentra tutto il
peso dell’azione, mancando nella cappella la presenza degli affreschi, il piccolo
gruppo dei quattro vivaci angioletti svolazzanti e musicanti in semicerchio sulla
parete di destra al di sopra della mangiatoia e del nastro con la scritta «Gloria in
excelsis Deo et in t erra pax».
Tra essi (due purtroppo furono rubati nel marzo dell’82), spicca quello che
suona un piccolo violino in legno, modellino di particolare interesse per la storia
degli antichi strumenti musicali e per la conoscenza di Gaudenzio musico. Egli
venne infatti celebrato dal Lomazzo nel 1590 oltre che come pittore, plasticatore, architetto, ottico, filosofo naturale e poeta, anche quale “sonator di lira e
di liuto”.
Di epoca posteriore, molto probabilmente del Seicento, di autore ignoto e di
esecuzione più pesante sono gli altri vari gruppi di angioletti svolazzanti e suonanti tra nubi intagliati in legno ed applicati qua e là sulle pareti. Secondo I’Arienta sarebbero invece del Cinquecento. ma della fine del secolo. Egli suppone
poi, senza darne tuttavia la ragione, che possano provenire dalla Chiesa Vecchia,
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