e Capitano D. Gerolamo Maria d’Adda fratelli, ed heredi del detto Nobile Milano Scarognino col far rifabbricare di novo le due navi (ossia le due campate)
del portico avanti la detta Capella, ed avanti il Santo Sepolcro, per conformarle al rimanente del Portico, che dal la Capella detta del Lenzuolo, fino al fine
dell’Oratorio novo del Santo Sepolcro, facevasi eriggere dalla Ven. Fabrica con
l’elemosine de Benefattori”.
In quell’occasione le due piccole nicchie dovettero assumere la sagomatura mistilinea attuale e vennero protette dalle due pregevoli grate in ferro battuto. È poi
esplicitamente detto che il frammento della pietra del Santo Sepolcro già “da molti
anni à questa parte” era collocata nella nicchia, ma ovviamente dopo la pubblicazione dell’opera del Torrotti, Edita nel 1686, in cui è citata ancora nella Crocifissione.
Oggi, data la nostra mentalità, ci si può stupire che un frammento del santo
Sepolcro fosse stato esposto con così particolare riguardo all’attenzione ed alla
venerazione dei pellegrini. Ma in passato, come è ben noto, il culto delle reliquie, più o meno importanti, più o meno autentiche, godeva di una vastissima
diffusione e di una devozione straordinaria, ed è pure ben noto che lo stesso Caimi avesse portato dalla Terra Santa tanti ricordi, tanti sacri cimeli per dotarne la
Nuova Gerusalemme varallese, anzi, quasi per trapiantarli sul Sacro Monte, che
così veniva in qualche misura ad incorporarsi con la Terra Santa.
L’elenco di questi oggetti devoti è stato tante volte riportato nelle guide devote della Nuova Gerusaemme, e nei vari scritti sul Caimi.
Esso comprende tra i più importanti un frammento della vera croce; le lamine di legno profumato, che il Galloni nel 1914 dice “ond’è sul davanti coperta
la trave cui è affisso il Cristo nella crocifissione”; un frammento della colonna
della flagellazione; il frammento della pietra del Sepolcro; un frammento della
pietra del Calvario; uno del Santo Presepe ed anche alcuni pezzi dei vasi e delle
idrie delle Nozze di Cana, come ricorda il Salsa. Sono tutti oggetti, ricordi, testimonianze, resti, cimeli che legano più strettamente al Luoghi Santi ed alla passione del Signore in particolare, e costituiscono un ancor più forte, più intenso
rapporto Terra Santa - Sacro Monte.
La Nuova Gerusalemme non è solo dunque una imitazione, una riproduzione, una Terra Santa in miniatura. Ma la presenza stessa, quanto mai eloquente e
significativa di elementi, per quanto piccoli, realmente appartenuti alla terra di
Gesù, testimoni diretti della sua vita e della sua passione, rivestono di un nuovo
valore sacro tutto il complesso varallese.
È quasi come se il Santo Sepolcro eretto dal Caimi, non fosse solo “ricreato”
sul “super parietem”, ma fosse intriso della sacralità di quello gerosolimitano.
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