funzione originaria.
Per ora l’interpretazione più probabile è che si tratti di un bema, ossia di
un segno, di una stele funeraria per una sepoltura, cioè di un’area cimiteriale,
come mi suggerirono trentacinque anni or sono gli illustri archeologi Barocelli,
Carducci e Scafile. Infatti la parte inferiore della pietra, un pò più ampia, deve
corrispondere alla parte interrata del monumento, collocato in origine in posizione verticale. Nessuna stele di dimensioni simili alla pietra del Santo Sepolcro
risulta sia stata trovata in Valsesia; pochissime nel Piemonte orientale. Essa può
anche ricollegarsi, soprattutto se il lato ora nascosto fosse dotato di graffiti, alle
più antiche stelemenhi valdostane e di tutto l’arco alpino.
La sua datazione può dunque risalire ad età preromana e quindi preistorica.
Non si può tuttavia escludere che si possa anche trattare più semplicemente di
un coperchio di sepoltura; in tal caso la datazione potrebbe oscillare in un arco
di tempo molto più ampio, dal periodo celtico a quello barbarico. Tutte queste
interpretazioni concordano sul carattere funerario del monumento. Ciò presuppone l’esistenza di una tomba, o di un complesso cimiteriale nella zona sud
ovest del super parietem, oggi occupato dal Santo Sepolcro, ma molti secoli prima del sorgere del Sacro Monte.
Un’area cimiteriale?
L’esistenza di una sepoltura, o di un’area cimiteriale, postula la presenza nella vicinanza di un nucleo abitato, altrimenti risulterebbe assurda ed inspiegabile
in una zona così impervia. Illogico pensare che dal sottostante abitato di Varallo, se pur già esisteva, portasse a seppellire sul super parietem. Per questo se ne
deve dedurre che sia esistito un antico insediamento umano in qualche altra
parte della terrazza naturale dell’attuale Sacro Monte. Esso dovette poi venire
gradatamente abbandonato quando andò assumendo sempre maggior importanza agricola, commerciale ad amministrativa il nucleo abitato ai suoi piedi
presso il Mastallone. Il suo ricordo scomparve col trascorrere dei secoli, le sue
tracce, se pur in parte avevano resistito all’ingiuria del tempo, furano cancellate
definitivamente col sorgere e lo svilupparsi del complesso del Sacro Monte. Sola
testimonianza superstite, anzi, ritrovata, riemersa dopo tante vicende, la grande
pietra murata sotto il portichetto del Santo Sepolcro, e con grande probabilità,
anche la vicinissima antica cisterna.
Queste le conclusioni ( salvo l’ipotesi recentissima riguardante la cisterna),
a cui ero giunto nel lontano 1976-77 in uno studio comparso sul Bollettino
Storico della Provincia di Novara. Esse non potevano certo passare inosservate
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Cappella - 42