Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 577

doio di collegamento tra la Salita al Calvario (ora Pietà) e la scalea che sale alla Crocifissione. Tale passaggio coperto, o galleria, come si deduce dalle vedute del Sacro Monte riprese da nord, ad iniziare da quelle dipinte su varie pale d’altare del Cinquecento, a quelle in xilografie ed incisioni, fino all’inizio dell’Ottocento, e da tutte le planimetrie del Sacro Monte, da quella del Massone (1772 circa), fino alla metà dell’Ottocento, si dirigeva diagonalmente dall’atrio della Spogliazione delle vesti, o Salita al Calvario, con alcuni scalini per superare il dislivello e raggiungere così la scalea posta ai piedi della parete nord del Calvario, sotto l’attuale lato nord della loggia che la recinge, costruita nel 1851 - 52, come noto, su progetto un po’ modificato di Giacomo Geniani. Questa singolare galleria, o corridoio, convogliava i pellegrini entro uno spazio chiuso, raccolto, illuminato solo da un’ apertura e da un oculo sul lato sinistro in corrispondenza degli scalini interni. Era un suggestivo invito alla preghiera, alla meditazione, al raccoglimento come sarà poi anche nel corridoio al piano terreno del Palazzo di Pilato), accompagnando anche fisicamente il Cristo nell’ultimo tratto della sua passione verso il supplizio della croce, rendendo così i fedeli intensamente partecipi al dramma del Calvario a cui sarebbero giunti subito dopo sulla rupe del Golgota. Alcune modifiche di poco conto a questa galleria probabilmente si verificarono verso il 1635 quando venne rifatta la copertura della scalea, da quel momento non più di accesso, ma di discesa dal Calvario, creandovi al di sopra una finta loggia. All’esterno, l’atrio della Pietà (già Salita al Calvario), il passaggio o galleria sovrastante la scalea, sono chiaramente raffigurati nelle incisioni del tardo Seicento e soprattutto nella veduta della Piazza Maggiore delineata da Gerolamo Cattaneo nella guida del Sacro Monte stampata a Varallo nel 1779 e nella xilografia derivata da questa, inserita nella guida pubblicata a Varallo nel 1820. Realizzata poi, attorno al 1852, la loggia che recinge su tre lati la Crocifissione, veniva, come è ben noto, eliminata l’antica scalea e sostituita da quella attuale all’aperto e così veniva pure abbattuto l’androne, o galleria di collegamento tra l’antica Salita al Calvario, oggi Pietà, e la cappella del Cristo in croce. Tale situazione rimase inalterata per poco più di un secolo. Nel 1956, dato l’evidente contrasto tra la dimessa architettura della Pietà, priva di qualsiasi ambizione aulica, e tutte le altre costruzioni monumentali, prestigiose ed appariscenti che nel corso dei secoli erano andate via via sorgendo a delimitare la Piazza Maggiore, si credette doveroso eliminare l’apparente stonatura e confe577