Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 54

affascinante, ma certo più pratico che nella Crocifissione. Purtroppo anche per la cappella dei Magi, come per molte altre, non mancarono nei secoli delle profonde alterazioni delle strutture. Nel 1614, sbancando parte del colle cui era addossata, viene costruito dal capomastro Viana di Campertogno, per incarico del fabbricere Gerolamo d’Adda, l’androne sul lato occidentale per dare accesso diretto alla Grotta della Natività, e forse anche per evitare alla cappella dei Magi l’umidità prodotta dal monte a cui quel lato si appoggiava. Viene così segato il pilastro d’angolo già ricordato, lasciandone solo la parte sovrastante all’arco con lo spigolo del r icco cornicione. Si apre allora il grande arco nella parete ovest attraverso al quale poter osservare, con la protezione di una pregevole grata lignea, l’interno della cappella, dalla quale vengono esclusi così i visitatori occludendo la porta d’ingresso; sbarrando con una grata quella di uscita verso la Grotta di Betlemme; eliminando l’edicola interna in legno e vetro, con il risultato di alterare irrimediabilmente i rapporti spaziali della scena interna, di creare una visuale falsata rispetto a quella originaria e di determinare, con uno spazio divenuto eccessivo in primo piano, un senso di vuoto ed un netto distacco che annulla quel collegamento ideale e straordinariamente efficace tra statue ed astanti che aveva infuso Gaudenzio. Nel secolo XIX si hanno poi dei successivi interventi in campo architettonico. Nel 1847 si progetta l’erezione del portico antistante alla facciata gaudenziana, su disegno attribuito a Giuseppe Ravizza e nel 1853 vengono erette le due colonne a compimento della sua ossatura, ma l’opera viene completata con l’esecuzione del pavimento in pietra e dei parapetti solo verso il 1914, senza però chiudere la volta per lasciare visibile il cornicione originario. Passando ora al complesso scultoreo, constatiamo come già nella introduzione alla guida del 1566 e nella successiva del 70 sono elencate tra le opere di Gaudenzio “i cavalli dei tre Magi, et un moro che cava un sperone, di rilievo;”. Nell’arco degli stessi anni l’Alessi: nella premessa al “Libro dei Misteri”, pur non citando l’autore, usa un’espressione di particolare elogio per le statue della cappella: “doue si ueggono i S. Maggi in uiaggio guidati dalla stella al luogo doue era il Redentor nostro, e ancora che per il uero questo misterio mi sarebbe piaciuto uederlo dopo; essendo non dimeno difficilissimo a rimouerlo fato come gli è con tanta eccellenza che benissimo si dimostrano i gesti di quei Re pieni di maestà et diuotione, discesi de cavalli loro per adorare il Redentore del Mondo, et seguiti da molta turba et cariaggi molto ben espressi;”. 54 Cappella - 5