Restauri
Se nel corso del tempo tutte le cappelle del Sacro Monte richiesero, quale
più, quale meno, interventi di restauro, quella della Salita al Calvario ne ebbe
ripetutamente esigenza, non tanto per i suoi quasi quattro secoli di vita, quanto
soprattutto per la sua posizione molto esposta alle intemperie ed ai venti gelidi
del Rosa.
Nella prima metà dell’Ottocento il pittore boccioletese Giovanni Battista
Zali eseguì per studio delle testine di angeli sulla controfacciata della parete centrale.
Nel 1884 venne rifatto e rialzato il tetto. Nell’85 - 86 si eseguì lo stacco, il
restauro ed il ricollocamento degli affreschi della parete di fondo e di quella a
destra, danneggiati soprattutto da infiltrazioni d’acqua dal lanternino della cappella. Autore dell’intervento fu Giuseppe Steffanoni da Bergamo, in quel tempo assai in auge per il suo metodo di lavoro.
Nel 1888 (2 Maggio) la Commissione di Vigilanza per le opere d’arte del Sacro Monte, nominata dalla varallese Società di Conservazione, rilevava quanto
mai urgente la necessità di intervenire sulla parte scultorea danneggiata anche
durante l’appena terminato restauro dei dipinti, e proponeva di affidare l’incarico di dirigere i lavori allo scultore Giuseppe Antonini, direttore del Laboratorio Barolo di Scultura a Varallo, ed al pittore varallese Giulio Arienta, attentissimo alla salvaguardia delle opere d’arte del Sacro Monte.
Si avanzarono anche i nomi di vari artisti valsesiani per l’esecuzione dell’intervento (Taddio, Burlazzi, Carestia, Tamone, Debbiagi ed altri). Si provvide
ad interessare il Ministero, che però, per mancanza di fondi, rispose negativamente.
Sbloccava la situazione il finanziamento da parte di una benefattrice, che richiedeva si affidasse l’incarico a Pietro Della Vedova, valsesiano di Rima, allora
uno dei più apprezzati scultori operanti a Torino. Per la parte di ridipintura
delle statue interverrà lo stesso Arienta che a lavoro compiuto susciterà alcune
riserve da parte del celebre pittore campertognese Pier Celestino Gilardi, docente all’Accademia Albertina di Torino.
Nel 1892 si conchiude il restauro e nel 93 la cappella viene riaperta al
pubblico.
L’anno successivo il Butler nella sua celebre opera sul Sacro Monte potrà scrivere: “Mentre si sta stampando questo libro: La Salita al Calvario, è stata magistralmente restaurata dallo scultore Della Vedova e dal pittore signor Giulio
Arienta: ora dunque possiamo vedere le statue di questa Cappella in uno stato
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Cappella - 36