decisa il suo stile ad un assetto definitivo. Egli infatti va rimeditando il bagaglio
culturale e le esperienze accumulate nel soggiorno romano, nella formazione
manieristica e nell’ambito lombardo con il contatto diretto con i cicli pittorici
di Gaudenzio.
E mentre ne sa cogliere con genialità la lezione e la reiterpreta in una atmosfera profondamente mutata, porta a Varallo dai centri maggiori una cultura
artistica aggiornata e rinnovata.
E proprio qui, in questa prima esperienza varallese si va rivelando come uno
dei più accreditati ed espressivi maestri della sua epoca in terra lombarda nell’età
dei Borromeo e delle pestilenze.
La Salita al Calvario è dunque per il Morazzone una tappa basilare; il punto
di partenza a cui faranno seguito le altre due cappelle varallesi e poi quelle dei
Sacri Monti di Orta e di Varese.
I disegni preparatori
L’elaborazione di una impresa così impegnativa come il ciclo pittorico della
Salita al Calvario, su cui si giocavano il prestigio e la carriera del giovane Morazzone, aveva richiesto al maestro tutto un vasto ed intenso lavoro di base, quello
veramente inventivo e creativo, con un numero consistente di schizzi, abbozzi,
pensieri, studi, disegni e cartoni preparatori.
Circa una decina di questi disegni sono giunti fino a noi, sparsi in vari Musei
d’Italia e d’Europa, cosicché la cappella della Salita. tra tutte quelle del Sacro
Monte varallese, può vantare uno dei più consistenti “corpus” di disegni.
Quelli sicuramente autografi dovettero venir eseguiti perlopiù nell’autunno
del 1602, come già si è accennato, in un momento precedente all’inizio, nella
primavera successiva, della realizzazione degli affreschi, anche se alcuni, riguardanti solo singole figure, dovettero essere preparati immediatamente prima della loro traduzione sulla volta e sulle pareti della cappella.
In ordine cronologico deve aprire la serie il disegno veramente mirabile,
conservato nella Pinacoteca di Varallo, a penna, bistro e biacca su carta grigia, rappresentante il Sacrificio di Abimelech, entro un cartiglio circondato da
nubi e sorretto da angeli in volo. Si tratta della raffigurazione grafica pressoché
definitiva per l’identico soggetto dipinto sulla parete frontale dell’aula, situato cioè in posizione di particolare visibilità e di grande, anzi di fondamentale
impatto per il riguardante. È quindi il più impegnativo ed importante di tutto
il complesso.
Concepito con impostazione grandiosa, quasi spettacolare, esso assume di
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Cappella - 36