Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 463

dei Tribunali ed il Palazzo di Pilato, per evidenziare la devozione ai “sette dolorosi viaggi dì Gesù”, formati dalle seguenti stazioni: 1° dal Cenacolo al Getsemani; 2° da Anna; 3” da Caifa; 4° per la prima volta da Pilato; 5° da Erode; 6° per la seconda volta da Pilato; 7° al Calvario. Tappe che vengono tutte via via programmate nel tempo dal Bescapè e che si ricollegano ad altre due pie pratiche basate sul numero sette: quella ancora ben nota dei “Sette dolori di Maria Vergine” e quella delle “Sette effusioni di sangue di Gesù” (Circoncisione, Sudore nell’orto degli ulivi, Flagellazione, Coronazione di spine, Inchiodazione delle mani, Inchiodazione dei piedi, Ferita del costato). La nuova costruzione Sintetizzando quanto dettagliatamente riferito poc’anzi, il nuovo edificio, iniziato per l’Inchiodazione e conchiuso come Salita al Calvario, o Gesù porta la Croce, venne eretto tra il 1° Settembre 1589 e la fine del ‘96. Attraverso gli atti del 23 Agosto 1589 e del 30 Giugno 1595, abbiamo la fortuna di conoscere anche i nomi dei capomastri: prima Giacomo Igonetto di Alagna, e poi Antonio e Battista Vergelio della Grampa di Campertogno: tutti e tre dunque dell’alta valle, terra tradizionale di origine di muratori, scalpellini, capomastri ed anche valenti architetti. Ma chi fu il progettista della cappella? Non certo Giacomo Igonetto, che appare come puro esecutore degli ordini dei fabbricieri. E la costruzione venne eretta secondo un unico disegno o subì delle trasformazioni dopo il periodo di sospensione dei lavori? Nel suo complesso l’edificio per le dimensioni piuttosto ampie si inscrive tra le cappelle più grandiose fino allora erette sul Sacro Monte (le due gaudenziane della Crocifissione e dei Magi e quella allora assai recente, anzi in via di realizzazione della Strage degli Innocenti). E proprio con quest’ultima la Salita al Calvario presenta delle analogie notevoli, anzi, sotto certi aspetti, una derivazione diretta. Tutte due sorgono in posizione ardita, su un terreno in forte dislivello con solo la parte anteriore di facciata al piano della strada di accesso, mentre quasi tutto il corpo di fabbrica sporge all’infuori, sorretto da poderose soprastrutture che costituiscono un ampio vano, sottostante l’aula della cappella, solo in parte interrato. Il vano che sta sotto alla Salita al Calvario, negli scorsi decenni servì da fucina di fabbro per il custode del Sacro Monte, Michelino Tosetti, che certamente ancora molti ricorderanno, che come in un mitico antro di vulcano, vi forgiò numerosi suoi splendidi lavori in ferro battuto. Anche lo schema planimetrico delle due cappelle è molto simile per la di463